All’indomani della vittoria a valanga del centro-destra e del crollo del M5S, Slavini non passa cerca di non infierire sui grillini. Il ministro dell’Interno avvisa però gli alleati, chiedendo un cambio di passo su alcune priorità della Lega. “Non chiediamo rimpasti, non chiediamo ministri - spiega Salvini -. Le nostre priorità sono l'autonomia, l'acqua pubblica, la legittima difesa, che dovrebbe essere legge entro marzo”. Il voto abruzzese, seppur locale, è nettissimo. Marsilio, senatore di Fratelli d’Italia, diventa presidente con il 48% dei voti. Segue Giovanni Legnini, centrosinistra, al 31,28%, poi Sara Marcozzi (M5S) con il 20,20%. Il Movimento ha dimezzato i voti rispetto alle politiche. I vertici cercano di minimizzare ma il malumore cresce. Persino il ministro Danilo Toninelli riconosce che “c’è un po’ di delusione”. Le voci critiche aumentano. “Gli elettori - denuncia il deputato Davide Galantino - vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all’opposizione”.
Sul fronte delle opposizioni, il Pd si accontenta di aver evitato il tracollo. I timori della vigilia erano, infatti, enormi. Bisogna “radicare socialmente e culturalmente e con una proposta di governo le nostre forze”, commenta Nicola Zingaretti, “allargare e costruire un nuovo centrosinistra che con maggiore empatia rispetto al Paese si riproponga come una alternativa”.