Giovedì 25 aprile 2024, ore 11:30

Riforma Costituzionale

Come funzioneranno le Camere formato “small”

Saranno due Camere inedite, dimagrite di circa il 30% dei parlamentari, quelle che si riuniranno a fine ottobre dopo il passaggio delle urne. La riforma costituzionale varata nel 2020 ha infatti ridotto dai 630 ai 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori eletti, ai quali si aggiungeranno i cinque senatori a vita. Una misura bandiera del M5S, confermata a larghissima maggioranza da un referendum, che però non porterà mai un significativo risparmio di spesa.
Una situazione inedita con degli interrogativi sull'attività parlamentare. Mentre la sforbiciata risolverà gli atavici problemi di spazi di lavoro per i parlamentari e i gruppi, ci si interroga sulla funzionalità degli organismi, specie per il Senato. La prossima settimana l'Aula di Palazzo Madama ridurrà il numero delle Commissioni permanenti da 14 a 10 accorpandone alcune (Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità). Tuttavia i gruppi medio-piccoli avranno uno o due senatori in ciascuna commissione, il che impedirà una loro specializzazione e imporrà un maggior ricorso ai tecnici esterni e ai legislativi dei ministeri. L'altro problema riguarda le Commissioni e gli Organi Bicamerali, come Copasir, Vigilanza Rai, Antimafia. Queste, per fare un esempio, dovranno evitare di riunirsi nel primo pomeriggio (quando non ci sono i lavori delle due Aule) in concomitanza con le Commissioni permanenti di Camera e Senato, pena il rischio di far mancare il numero legale nelle une o nelle altre. Per le Bicamerali in arrivo convocazioni all'alba o al tramonto. Per la Camera non ci sono questi problemi. 
La Costituzione non previde un numero fisso di senatori e deputati, stabilendo che i primi fossero uno ogni 200mila abitanti, e i secondi uno per 80mila abitanti. Nel 1948 gli inquilini di Montecitorio furono 574 e quelli Palazzo Madama 237 che crebbero nelle due legislature successive visto il boom demografico (nel 1958 rispettivamente 596 e 246) finché a febbraio 1963 con una riforma costituzionale si decisero dei seggi in numero fisso (630 e 315), durati fino a questa legislatura. Ma a parte il numero degli eletti erano diversissimi gli stili del lavoro parlamentare, che permangono in alcuni aspetti dei Regolamento. Ad esempio alla Camera quando il governo pone la fiducia occorre attendere 24 ore prima di votarla; un retaggio di quando non esisteva l'Alta velocità, e men che meno la capillare rete aerea odierna. I tempi rallentati degli spostamenti si riflettevano dunque su quelli del confronto parlamentare. 
Secondo un accordo mai rispettato tra M5S e Pd, il taglio dei parlamentari avrebbe dovuto essere accompagnato dalla revisione dei regolamenti parlamentari. Introducendo ad esempio norme per scoraggiare i cambi di casacca.. L’equazione è facile: in un emiciclo con la metà dei componenti, ogni addio avrà un valore ancor superiore al passato.
Giampiero Guadagni
 

( 2 agosto 2022 )

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