Mercoledì 24 aprile 2024, ore 3:27

Sicurezza

Da maggio vaccinazioni al lavoro

È un fatto importante l’accordo raggiunto, dopo una lunga trattativa, tra il Governo e le parti sociali che aggiorna ed integra i protocolli sulla sicurezza, siglati nella scorsa primavera, con una nuova intesa per favorire nelle prossime settimane la vaccinazione in tutte le aziende. Si tratta di un segnale di grande responsabilità, di coesione sociale e di unità di cui ha più che mai bisogno il nostro Paese non solo per sconfiggere il virus, ma soprattutto per conciliare la produzione con la tutela della salute dei lavoratori. È chiaro che ora il Governo e le Regioni devono accelerare con l’approvvigionamento delle dosi dei vaccini in tutta Italia, recuperando i ritardi che ci sono stati nella campagna vaccinale. Ma nello stesso tempo bisogna sostenere con forza tutti i settori produttivi colpiti duramente dalle conseguenze della pandemia. È del tutto comprensibile la rabbia di tante categorie del lavoro autonomo che stanno soffrendo e hanno protestato in questi giorni in tante città a causa delle conseguenze della pandemia sulle loro attività. Tuttavia i problemi non si affrontano aggredendo le forze di polizia o bloccando le strade. Occorre arginare le provocazioni violente e questo clima di odio e di intimidazione contro le istituzioni che spesso circola nei social network.

Sappiamo tutti che non ci sono settori indenni dalla recessione. In questi giorni l’Istat ha certificato che abbiamo perso quasi un milione di posti di lavoro in un anno. Una situazione davvero grave sul piano economico e sociale che non ha risparmiato nessuna area del paese, dal nord al centro fino alle aree già fortemente depresse ed impoverite del Sud, colpendo soprattutto le fasce più deboli come le donne ed i giovani. E ciò che rende la circostanza ancora più drammatica è che la gran parte di chi ha perso il lavoro è finito tra gli inattivi, anziché mettersi a cercare una nuova occupazione.

C'è un senso di frustrazione e di sfiducia collettiva che vanno arginati con provvedimenti di alto profilo. Ecco perché rinnoveremo, da un lato, la richiesta al Governo Draghi di prorogare la fine del blocco dei licenziamenti per tutti i datori di lavoro oltre la data del 30 giugno, superando le distinzioni previste dal Decreto Sostegni, prolungando in parallelo, la cassa integrazione covid ed estendendo le indennità covid a tutte le categorie escluse. Non è possibile, a fronte di tale scenario, pensare di lasciare le persone senza una rete di sicurezza almeno fino a quando sarà terminata la campagna vaccinale e l’emergenza sanitaria. Ma nello stesso tempo serve un piano straordinario sulla formazione dei lavoratori per aiutare le imprese a consolidare e rinnovare le professionalità interne.

Bisogna assicurare l’assegno di ricollocazione ai lavoratori dal primo giorno di disoccupazione (unico vero strumento di politica attiva), allungando la durata della Naspi per i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro nel corso del 2021. Sono misure urgenti da mettere in campo immediatamente.

Dobbiamo far tesoro del clima positivo di collaborazione che ha dato i suoi positivi frutti con il patto sull’innova zione della Pubblica Amministrazione e con la firma dei protocolli sulla sicurezza ed il piano vaccinazione. Ecco perché abbiamo chiesto al premier Draghi di aprire a Palazzo Chigi un confronto vero sull’utilizzo efficace dei fondi del Recovery Plan, sapendo che le tutele dai licenziamenti, i sostegni al reddito, la formazione ed il rilancio degli investimenti pubblici e privati sono le quattro priorità che devono camminare insieme. Dobbiamo fissare e condividere gli obiettivi da raggiungere e soprattutto verificare l’attuazio ne della programmazione, i tempi, le ricadute economiche, sociali ed occupazionali, la garanzie di trasparenza, legalità e sicurezza dei lavoratori, come ci indica la stessa Unione Europea. Ciascuno deve dare responsabilmente il proprio contributo. Da soli non si va da nessuna parte. Mario Draghi con la sua autorevolezza può fare quello che fece con successo il premier Kohl in Germania dopo la caduta del Muro: un grande patto sociale per unire il nostro Paese.

Ma occorre coerenza e soprattutto scelte di campo forti, come può essere una fiscalità agevolata e strutturale per le imprese che investono nel Sud, decontribuzioni forti per le assunzioni di giovani e donne, un grande piano di modernizzazione delle infrastrutture materiali ed immateriali, investimenti nella sanità pubblica, nella banda larga, nella scuola, nella ricerca, nell’uni versità. Il Paese ha bisogno di una nuova politica industriale capace di salvaguardare e difendere produzioni e posti di lavoro, coniugando lo sviluppo e la tutela dell’ambiente. La Cisl è pronta a questa nuova stagione di concertazione per tenere insieme governo dell’emergenza e visione strategica rivolta al medio-lungo periodo, mettendo al centro responsabilità, innovazione, partecipazione.

Luigi Sbarra

Segretario Generale Cisl

( 8 aprile 2021 )

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