La sfida della decarbonizzazione è già iniziata. Il conto alla rovescia scorre veloce e i limiti di aumento della temperatura globale non possono essere mancati. Scienziati e tecnici sostengono che una ciambella di salvataggio potrà venire dall’applicazione delle nuove tecnologie alle iniziative di salvaguardia ambientale. Da questo punto di vista, negli ultimi mesi, diversi studi si sono succeduti sostenendo che, dall’AI e dalle nuove macchine intelligenti, arriverà un concreto sostegno per attraversare la transizione ecologica. Uno di questi studi è quello pubblicato da Economist Impact (società che fa parte del Gruppo Economist) che ha pubblicato un report (dal titolo ”Sustainable disruption: 12 decarbonising technologies for cities”) in cui ”identifica e presenta le tecnologie che, più di altre, potranno contribuire a ridurre la carbon footprint delle città e, di conseguenza, le emissioni a livello globale”. Nella ricerca, commissionata dallo studio legale internazionale Osborne Clarke, Economist Impact ha esaminato un totale di 26 tecnologie. Per ognuna di esse, la ricerca ha analizzato ”l’attuale livello di utilizzo e di investimento in dieci città dislocate in tutto il globo (selezionate perché hanno emissioni di gas serra relativamente alte secondo l'Onu). Città che si sono impegnate a raggiungere la ”carbon neutrality” entro il 2050. Il rapporto che è stato recentemente pubblicatosi concentra su 12 delle 26 tecnologie. ”Alcune delle 12 tecnologie sono già destinatarie di ingenti quantità di investimenti - sostengono i ricercatori - o sono facilmente scalabili, e tutte hanno il potenziale per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati. Molte permetteranno di creare nuovi posti di lavoro, abbassare i costi dell’energia per i residenti e migliorare la qualità della vita in generale”. Edilizia e costruzioni, infrastrutture delle città e trasporti sono i settori che avranno il maggiore impatto sul processo di decarbonizzazione urbano adottando le nuove tecnologie che ne supportano l’efficienza di performance e di prodotto. ”Queste tecnologie - si legge nel report - includono le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi di teleriscaldamento/teleraffreddamento e gli smart grid e smart meter (reti e contatori intelligenti). Tutte e tre migliorano l'efficienza energetica e ottengono, all’interno della ricerca, un buon punteggio in termini di impatto”. Ma non solo. ”Le nascenti tecnologie smart (come i veicoli autonomi AV), la mobility as a service e i digital twin - affermano ancora gli studiosi - potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, ma le prove della loro efficacia sono ad oggi frammentarie e necessitano di ricerche più rigorose”. Certo la sfida è un’altra sullo sfondo della transizione da fossile a rinnovabile. Ovvero che ”l’impatto di queste nuove tecnologie sarebbe notevolmente migliorato se ad alimentarle fossero fonti di energia rinnovabile. Tutte le tecnologie necessitano di maggiori investimenti pubblici e privati, congiuntamente a più incentivi normativi, politici e finanziari”. Ma a questo punto gli ostacoli vanno rapidamente rimossi se vogliamo tentare di vincere la sfida.
An. Ben.