Martedì 16 aprile 2024, ore 7:16

Coronavirus

Decreto, sindacati mobilitati

Martedì alle 11 i leader di Cgil, Cisl e Uil incontreranno in teleconferenza il ministro per lo Sviluppo economico Patuanelli e il ministro dell’Economia Gualtieri. Al centro la richiesta dei sindacati di rivedere subito l'elenco delle attività industriali e commerciali da sospendere per contenere l’emergenza coronavirus

La convocazione è la risposta a stretto giro di posta del governo alla lettera inviata dai segretari generali Landini, Furlan e Barbagallo a Patuanelli e Gualtieri per richiedere appunto “con estrema urgenza” un incontro in relazione al Dpcm emanato il 22 marzo. I sindacati confederali vogliono che sia compiuta una revisione delle attività industriali e commerciali per le quali è previste la sospensione, ritenendo che non abbiano carattere di indispensabilità o essenzialità.

In questa fase difficile del Paese “Cgil Cisl e Uil hanno sempre messo in evidenza la necessita di mettere al primo posto, rispetto a qualunque altra valutazione, la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici e si sono assunte la responsabilità di definire le regole - contenute nel protocollo del 14 marzo scorso - per garantirla. Cgil Cisl e Uil credono che siano obiettivi comuni del Governo oltre che delle parti economiche e sociali, il contenimento del virus, la garanzia delle attività essenziali alla collettività oltre che ovviamente, in primis, la sicurezza e la salute di chi lavora”.

Le critiche dei leader sindacali erano arrivate già nella serata di domenica lunedì, subito dopo la messa a punto del decreto, che cambiava i termini di quanto indicato sabato dal Governo alle parti sociali.

In diverse interviste televisive la segretaria generale della Cisl Furlan ha ribadito: ”Tutte le attività non necessarie vanno fermate. Ci vuole serietà perché si rischia di svilire il lavoro che abbiamo fatto nella notte di sabato ma anche di vanificare una scelta vitale per il Paese. Dobbiamo fermarci per poter ripartire", insiste”. Osserva ancora Furlan: ”Mai nella mia vita ho chiesto di chiudere aziende, ma in questo momento è necessario sospendere la produzione di beni non essenziali”. Nel decreto emanato sabato, prosegue Furlan, tra le attività industriali strategiche ”sono state inserite tutta una serie di attivita' che di necessario non hanno nulla. Tutte importanti, ma che se fermano la produzione per una o due settimane non succede nulla. Si sono aggiunte dopo l'accordo anche la produzione di materie di plastica" non solo per uso sanitario e farmaceutico, sottolinea, ma tutte. Nel decreto e' stata inserita ad esempio la produzione di trattori, di elettrodomestici, di apparecchi cinematografici”.

Intanto Cgil Cisl e Uil invitano e sostengono le proprie categorie e le Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali e, in ogni caso, in tutti quei luoghi di lavoro ove non ricorrano le condizioni di sicurezza definite nel Protocollo condiviso del 14 marzo 2020, a mettere in campo tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione fino alla proclamazione dello sciopero.

Dalla Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza, le prime risposte. Sciopero di 8 ore mercoledì per tutti i metalmeccanici delle aziende della Lombardia. Lo hanno deciso Fiom, Fim e Uilm. Lo sciopero coinvolgerà tutti ”tranne i lavoratori impegnati in produzioni strettamente collegate all’attività ospedaliera e sanitaria, alle produzioni di macchinari-attrezzature-manutenzioni per le strutture ospedaliere e alle disposizioni di legge. Come già sottolineato da Cgil Cisl e Uil Lombardia, nella nostra Regione occorre intervenire in modo deciso, ’senza se e senza ma’, per contrastare la drammatica condizione della crescita costante dei contagi, dei ricoveri, dei morti che stiamo subendo, con l'obiettivo di prevenire l'estensione dei contagi. Il decreto appena varato dal Governo, assegna alle imprese una inaccettabile discrezionalità per continuare le loro attività con una semplice dichiarazione alle Prefetture. Tutte scelte che piegano, ancora una volta, la vita e la salute delle persone alle logiche del profitto: noi non ci stiamo!”

Osserva il segretario generale della Fim Bentivogli: ”La decisione è stata presa perché si consideri la Lombardia una regione dove sono necessarie misure più restrittive sulle attività da lasciare aperte”.

Mercoledì scioperano anche i sindacati dei lavoratori dei settori chimici, tessile, dell’energia e della manifattura della Lombardia. Spiegano Filctem, Femca e Uiltec: ”Ci mobilitiamo per difendere la vita e la salute. L'aver inserito nelle attività d'impresa da considerare essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale non hanno nulla, depotenzia il decreto e crea l'effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno rimanere a casa”.

( 23 marzo 2020 )

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