La quarta rivoluzione industriale sta creando una domanda di milioni di posti di lavoro, con nuove e vaste opportunità per realizzare il potenziale e le aspirazioni delle persone”. Si apre così il più recente rapporto del World economic forum sul futuro del lavoro con cinque filoni di riflessione e analisi molto interessanti. Il primo è che ”la domanda di fattori digitali e umani sta guidando la crescita delle professioni del futuro”; il secondo è che ci sono ”sette cluster professionali emergenti e 96 nuovi profili”; il terzo filone di analisi invece sottolinea che ”la crescita in questi nuovi cluster e nuovi profili è maggiore tra i ruoli di assistenza alla persone e minore tra quelli delle cosiddette professioni verdi”; il quarto determina che ”i posti di lavoro a più alta crescita di domani abbracciano tutti i sette gruppi di professioni” e il quinto infine sottolinea che ”le competenze più richieste in questi cluster professionali emergenti abbracciano competenze tecniche e trasversali”. Nel complesso, la fotografia che viene scattata è che, per l’integrazione tra macchina e uomo, scompariranno mansioni e professioni che abbiamo finora conosciuto (soprattutto in determinati settori industriali e dei servizi) ma, nel contempo, ne emergono di nuove e rinnovate. La rivoluzione ”intelligente”deve essere accompagnata da ”un'agenda e un’alleanza pubblica e provato in cui il futuro delle persone e le prospettive economiche globali vengano migliorate mobilitando un'azione internazionale per sostenere l'istruzione, i posti di lavoro e le competenze”. Il ritmo con cui la scienza dei dati e l’intelligenza artificiale sta cambiando il mercato del lavoro è molto più rapido infatti dei processi di compensazione formativa e di aggiornamento delle competenze a cui sono soggette le persone e il capitale umano. L’intervento è dunque indispensabile per cogliere l’opportunità ”creatrice” di lavoro che, secondo alcune stime, determineranno la creazione di 133 milioni di nuovi posti con una quota del 27% di ruoli completamente innovativi dove il contributo del fattore umano sarà ancora determinante e non sostituibile dalle macchine o dai robot. Alcuni esempi? Dati e AI; ingegneria; cloud computing; persona e cultura; sviluppo del prodotto; marketing; vendite e produzione di contenuti: una nuova frontiera di professioni che, si legge nel report del Wef, ”si traduce in cinque cluster professionali che rappresentano 66 delle 99 opportunità originarie”che nascono con la quarta rivoluzione industriale. Ad esempio, entro la fine del 2020, il cluster professionale di dati e intelligenza artificiale rappresenterà 78 opportunità di lavoro su 10 mila: ”entro il 2022, - dicono i ricercatori - questa quota dovrebbe salire a 100 su 10.000 opportunità di lavoro”. Ma non solo. A questo cluster di professioni si aggiungono le nuove mansioni dei settori della green economy (che possono determinare la nascita di 56 nuove professioni di settori) e della cura della persona che, in un paese come l’Italia, a causa del saldo demografico negativo, saranno molto richiesto.
An. Ben.