Un particolare legame affettivo ha sempre unito la Regina Elisabetta II, scomparsa l'8 settembre scorso nel Castello di Balmoral in Scozia, al nostro Paese.
Una preziosa testimonianza in tal senso, che non può che aggiungere fascino ad una tra le più importanti, autorevoli e carismatiche personalità storiche a cavallo tra XX° e XXI° secolo è un recente libro “Elisabetta, la regina italiana. La lunga storia d'amore che lega i Windsor al nostro Paese”, firmato dalla giornalista Ilaria Grillini, edito da Rai Libri.
Il libro è una fonte preziosa quanto precisa per conoscere e capire l'interesse della Regina Elisabetta per la Penisola, mettendo assieme un simpatico puzzle di tanti piccoli e grandi avvenimenti, moltissimi inediti e sfuggiti alle cronache, sviluppatisi soprattutto nella penisola. E non è poco.
Quella dei Windsor è di certo una tra le famiglie regnanti che nel corso degli anni ha fatto parlare di sé. Da quando Edoardo VIII rinunciò al regno per sposare l'americana Wallis Simpson, fino ad arrivare ai nostri giorni e a tutti i pettegolezzi che girano intorno al principe Harry e a sua moglie Meghan Markle.
Così Ilaria Grillini, giornalista esperta in materia di teste coronate di tutta Europa, ha ricostruito il privilegiato rapporto che tutti gli esponenti del casato reale inglese hanno intrattenuto con l'Italia, grazie anche alle testimonianze delle persone – nobili, politici e rappresentanti delle istituzioni, imprenditori e gente comune – che hanno avuto il piacere di incontrarli.
Firenze e la Toscana sono sicuramente tra le mete di viaggio più amate da casa Windsor, tra le famiglie regnanti che nel corso degli anni ha fatto maggiormente parlare di sé.
Una passione condivisa non solo da Elisabetta II e dal principe Filippo, ma anche da Giorgio V, dalla Regina Madre, da Carlo e Diana.
Afferma l'Autore: “Il fascino dell’arte e la passione per il bel paesaggio hanno sedotto questa famiglia più volte – racconta Ilaria Grillini – già la regina madre consorte di Re Giorgio VI, venne in toscana più volte, si sa che andava a Migliarino ospite dei duchi Salviati”.
La Regina Elisabetta, che ha viaggiato molto in Italia è venuta 5 volte e ben due volte ha voluto fare tappa a Firenze che era anche una città amata molto dai sudditi reali.
“Una prima visita fu nel 1951. Ai tempi era ancora principessa e accompagnata dal consorte Filippo soggiornò a villa Sparta, che oggi si conosce anche come Villa Il Pratellino, a San Domenico alle pendici di Fiesole ospite della principessa Elena di Romania. Si sa che fecero una colazione e che tra i presenti c’erano, il figlio di Elena, Michele di Romania, con sua moglie Anne, e la Principessa Irene di Savoia, Duchessa d’Aosta, madre di Amedeo”.
Un viaggio che poi venne ripetuto dieci anni dopo nel 1961, ricorda Ilaria Grillini: “atterrarono a Peretola e furono accolti dal sindaco di allora Giorgio La Pira che li accolse in Piazza della Signoria sotto la Loggia dei Lanzi, addobbata con arazzi medicei, a ripristinare per un giorno un’antica tradizione”.
I due firmarono poi con una dedica il libro d’onore a Palazzo Vecchio. Anche quella volta la coppia soggiornò a Fiesole.
“Scegliere una dimora sulle colline o una dimensione campestre è una curiosità – continua Ilaria Grillini- che ha accomunato alle scelte della Regina Elisabetta quelle dell’erede, il principe Carlo che in Toscana è venuto in età adulta più volte e ogni volta le sue visite hanno fatto parlare”.
Il principe di Galles infatti arrivò nel 1985 con Lady Diana. “In quella occasione fu ospitato a Villa La Pietra dallo scrittore e collezionista d’arte sir Harold Acton che ai tempi aveva ospitato anche la Regina Madre. Le cronache dei giornali impazzirono a raccontare i look dai colori sgargianti di Diana. Sappiamo anche che Carlo amò andare in giro per le colline per eseguire i suoi amati acquerelli. Quindi è tornato nel 1988 in Toscana assieme alla cugina Sarah per una visita privata tra Montalcino e Pienza, e da ultimo nel 2017 con Camilla”.
Nel libro scorrono anche i ricordi del viaggio nel 1992 a Palermo poco dopo la strage di Capaci, sul luogo della strage la regina depose una corona di fiori accanto a quella del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, raccogliendosi in preghiera per una decina di minuti. Ancora Italia nel 2000, con un solenne banchetto organizzato in suo onore al Salone delle Feste del Quirinale a Roma dal Presidente Carlo Azelio Ciampi con la moglie Franca, con “2.700 Ravioli di ricotta confezionati a mano dallo chef del Quirinale Alberto Gozzi e dalla sua brigata, Sella di manzo chianino arrosto, funghi porcini e verdure coltivate nella Tenuta presidenziale di Castel Porziano, e il tutto innaffiato ancora una volta dal Brunello di Montalcino”, recitano le pagine del libro della Grillini. Fino ad arrivare all’ultima visita (lampo) nel 2014, ospiti del Presidente Giorgio Napolitano (nel pranzo con Risotto alle erbe aromatiche, Agnello arrosto con millefoglie di patate, Sformatini di caponata e fagiolini al vapore, e Bonet per dessert) e con un cesto di cibi e bevande provenienti da tutte le tenute reali come dono per Papa Francesco.
Grazie a questo meticoloso e preciso lavoro giornalistico di Ilaria Grillini si apprezza ancor più una Regina che deve essere presa ad esempio e modello non solo per la sua effettiva regalità di carica, ma anche per i suoi modi e per le sue attenzioni umane, per la sua severità dietro alla quale ha sempre celato grande sensibilità. Insomma, un alto riferimento etico per quanti, come la Regina, sono chiamati a governare Stati e res publica e, purtroppo, lo fanno spesso senza sentimento e dedizione, senza etica e impegno. Un esempio per noi tutti, un'eredità non facile da gestire per il nuovo Re Carlo III.
Paolo Spirito