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Tav. Sindacati: “No al congelamento dell’opera”

di Sara Martano

L’accordo sulla Tav tra Lega e Movimento 5 Stelle, che prevede il congelamento dell’opera, non piace ai sindacati.

“La Tav, il blocco delle infrastrutture, dei cantieri e delle trivelle sono tutti fattori della crescita del Paese che vengono penalizzati” afferma la segretaria della Cisl Annamaria Furlan che continua: “E' un fatto inaccettabile, soprattutto perché questo significa migliaia di posti di lavoro in meno. Credo che la Tav sia assolutamente importante non solo per l’economia del Piemonte e del Nord-Ovest ma per tutto il Paese. Continuare a rallentare e a spostare nel tempo la costruzione di quest’opera infrastrutturale significa davvero perdere una possibilità straordinaria di aprirci ai mercati internazionali e rendere più competitive le nostre aziende”.

Anche il segretario generale della Filca Cisl, Franco Turri è sulla stessa linea: “Solo 20 giorni fa Matteo Salvini era in visita nel cantiere Tav di Chiomonte, dove ha incontrato i lavoratori e ha dichiarato di essere favorevole alla prosecuzione dell’opera. Di quella giornata resta solo qualche selfie e la grande delusione dei lavoratori, che si sentono presi in giro da un governo che si regge su baratti tra i due partiti di maggioranza e che dimostra ogni giorno di non avere a cuore il futuro del Paese. La mozione presentata ne è la prova”.

Il sindacato invita Salvini a recarsi nuovamente nei cantieri della Tav, e a spiegare agli stessi lavoratori che ha incontrato, i motivi del dietrofront. “Il governo spieghi ai lavoratori dell’edilizia, agli imprenditori, all’intero mondo economico italiano i motivi per cui l’Italia debba rinunciare ad un’opera moderna e in grado di avvicinare il nostro paese all’Europa - continua Turri -. La Filca è sempre stata a favore della Tav e di tutte le infrastrutture utili a modernizzare il Paese. Eravamo in piazza a Susa già nel 2011, in un clima di grandissima tensione, quando a rischio non c’era l’opera ma l’incolumità e la libertà degli edili che lavoravano per realizzare la Tav. Quest’ultima, però, è solo la punta dell’iceberg: in Italia ci sono centinaia di cantieri bloccati, nonostante le risorse già disponibili, come ha dichiarato il ministro Tria, siano circa 100 miliardi, indispensabili per far uscire il Paese dalla recessione. Tradire la fiducia dei lavoratori - conclude Turri - svendere la crescita e il futuro del Paese per 30 denari, come stanno facendo Salvini e la Lega, è un fatto gravissimo e inaccettabile”.

( 21 febbraio 2019 )

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