Venerdì 19 aprile 2024, ore 22:52

Industria 

Alstom acquisita da Bombardier: con ottimismo verso un futuro "green"

Ottanta nuove assunzioni nello stabilimento di Savigliano che guarda con ottimismo al futuro.
Mentre viene formalizzata l’acquisizione della canadese Bombardier da parte di Alstom ferroviaria, dopo un iter durato quasi un anno, è tempo di bilanci negli stabilimenti italiani del gruppo francese che ha la sua punta di diamante a Savigliano, in provincia di Cuneo.
Nella fabbrica cuneese lavorano 900 dei circa 3mila dipendenti della multinazionale che in Italia ha siti produttivi a Sesto San Giovanni (Mi), Bari, Lecco, Bologna, Nola(Na) e Firenze.
A Savigliano - dove si producono treni ad alta velocità e convogli regionali e interregionali - il 2020 è stato un anno da incorniciare, nonostante la chiusura di cinque settimane, avvenuta in primavera, nel pieno dell’emergenza covid. Grazie a una exploit delle attività produttive, soprattutto nel periodo maggio-novembre 2020, Alstom ha deciso di stabilizzare 80 lavoratori, trasformando a tempo indeterminato rapporti di lavoro in somministrazione e in staff leasing. Sono stati assunti 41 operai, che passano così da 310 a 351, e 39 impiegati (di cui 26 ingegneri e 14 operatori della logistica). Nel frattempo, però, si è aperta la possibilità per molti dipendenti dello stabilimento cuneese di lasciare il lavoro in anticipo, sfruttando i benefici pensionistici previsti dalle norme sull’esposizione all’amianto per i lavori di bonifica eseguiti in fabbrica a partire dal 1999. Si saprà di più nei prossimi giorni, quando l’Inps offrirà la sua interpretazione.
“Il 2021 - spiegano Renato Perri e Stefano Cassine, Rsu Fim Cisl della fabbrica cuneese - si apre con importanti sfide da affrontare, a cominciare dall’acquisizione del gruppo canadese Bombardier. Presto si avranno anche i risultati sulle gare di commesse nazionali e internazionali in cui Alstom ha presentato i propri treni. La Fim Cisl guarda con ottimismo al futuro, sapendo che non bisogna abbassare la guardia”.
Nell’incontro fra i vertici di Alstom Italia e sindacati nazionali di Fim Fiom Uilm, si è fatto il punto sugli scenari futuri della multinazionale francese diventata da qualche giorno il secondo colosso mondiale del settore, dopo la cinese Crrc. Il nuovo gruppo, nato il 29 gennaio, ha un portafoglio ordini di circa 75 miliardi di euro, un fatturato di 15,5 miliardi di euro e 75mila dipendenti presenti in 70 paesi del mondo. Sarà quindi interessante capire quali scenari si apriranno per il sito di Savigliano, vista anche la vicinanza con il sito Bombardier di Vado Ligure, nel savonese, dove attualmente lavorano circa 500 addetti e viene prodotto lo Zefiro 1.000, treno ad alta velocità destinato al mercato spagnolo.
Oltre alla fusione, per Alstom Savigliano si aprono prospettive interessanti per quanto riguarda il futuro “green” della mobilità su rotaia: il treno a idrogeno.
Nel sito cuneese si lavora da fine novembre per realizzare la maggior parte della produzione e la certificazione del “Coradia iStream”. Su questo tipo di treno, destinato al mercato lombardo locale e commissionato dalla Trenord verrà “installata” la tecnologia ad idrogeno che sta alla base dell’iLint, mezzo che si sta realizzando in Germania per la Bassa Sassonia.
L’Italia (con la produzione saviglianese) sarà il secondo paese al mondo a produrre un treno ad idrogeno. I convogli (dai 6 ai 14) saranno realizzati entro 36 mesi dalla data di partenza della commessa.
“Il percorso intrapreso - osserva il coordinatore nazionale Alstom e attuale segretario piemontese dei metalmeccanici Cisl, Tino Camerano - ci vedrà protagonisti per il futuro di migliaia di dipendenti e per rendere sempre di più indispensabile la realtà di Savigliano, con progetti di sviluppo sulla movimentazione green con veicoli ad idrogeno”.

Rocco Zagaria

( 1 febbraio 2021 )

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