Mercoledì 24 aprile 2024, ore 10:49

Giornata internazionale dei diritti della donna

Anche nell’agroalimentare la parità è ancora lontana

La stragrande maggioranza delle donne impiegate nell’agroalimentare e nell’ambiente apprezza molto il proprio lavoro, eppure il 45% ritiene che la propria azienda non sia sensibile alle esigenze delle lavoratrici, il 53% afferma che non vengono applicate le normative volte a garantire pari opportunità e il 61% considera la legislazione in materia di tutela del lavoro femminile “molto inadeguata”. Sono alcuni dei primi dati emersi dalla ricerca della Fai Cisl dal titolo “Tra vita e lavoro. L’esperien za e le opinioni delle lavoratrici dell’agroali mentare e dell’ambiente”, coordinata dal sociologo Ludovico Ferro e presentata durante un webinar.

Il campione, di 500 unità, è composto per il 60% da lavoratrici dell’industria alimentare, per il 25% dell’agricoltura e il restante 15% dei consorzi di bonifica e della forestazione. Il periodo della rilevazione va da luglio a novembre 2020, e contiene dunque anche diversi focus su come le donne hanno vissuto il lockdown dello scorso anno. “Significativo afferma in proposito la segretaria nazionale della Fai Cisl, Raffaella Buonaguro - che nel caso del lavoro a distanza l’esperienza viene giudicata comunque positiva dal 71% delle lavoratrici coinvolte: ma più che vero e proprio smartworking hanno fatto telelavoro, per questo dobbiamo proseguire il lavoro che abbiamo intrapreso con diversi rinnovi contrattuali regolamentando al meglio smartworking, formazione, diritto alla disconnessione”.

Alla domanda “quali siano i principali ambiti di discriminazione sui luoghi di lavoro”, le prime quattro risposte sono: disparità di trattamento salariale, eccessivi carichi di lavoro, difficoltà nella carriera e nella gestione della maternità. Significativi i dati sulle molestie: il 15% del campione, ben 75 donne su 500, ha risposto di aver subito molestie sul posto di lavoro, e il 23% ha dichiarato di aver avuto notizia di colleghe molestate. Alla domanda “quali siano i tre ambiti principali su cui intervenire per favorire la conciliazione tra tempi di vita e lavoro” le risposte sono state: maggiori livelli di reddito, più flessibilità nei turni e precisi accordi aziendali.

Conciliazione che, come ha sottolineato la Direttrice centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, intervenendo al webinar, non è assolutamente un tema solamente femminile: “È urgente - ha detto - darsi una strategia per lo sviluppo dell’occupazione femminile. Ogniqualvolta si è dovuto tagliare sul debito pubblico si è pensato che le politiche

sociali fossero un costo, e non un investimento. Ora servono urgentemente dei contrappesi, e al primo posto deve esserci un grande piano per le infrastrutture sociali”.

Di bisogno di un “nuovo paradigma sociale e lavorativo” ha parlato, nel suo videomessaggio, Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. “Dobbiamo incrementare qualità e quantità del lavoro femminile - ha detto -, valorizzando le competenze delle donne per renderle protagoniste di questo nuovo modello, che sia più inclusivo, sostenibile, aperto alle nuove generazioni”.

L'incontro, organizzato dal Coordinamento Pari Opportunità del sindacato agroalimentare in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, si è concluso con l’intervento del segretario generale, Onofrio Rota. “An che questa ricerca - ha detto il leader della Fai Cisl - ci spinge a focalizzare le attenzioni di tutti sulle condizioni di sfruttamento che ancora riscontrano tante lavoratrici. Servono politiche che innalzino redditi e flessibilità puntando sulla contrattazione. In tutto il settore agroalimentare le donne fanno da traino, ma la parità appare ancora lontana”.

Tra i messaggi inviati dal sindacato, un appello a rivolgere maggiori attenzioni sul caporalato, che quando colpisce le donne si unisce anche a fenomeni di discriminazione, violenze, ricatti sessuali. Tra le proposte avanzate, anche due interventi urgenti sul lavoro agricolo. “È importante - ha detto Rota - che con il prossimo Decreto Ristori sia riconosciuta un’indennità anche ai lavoratori agricoli, finora erroneamente esclusi, così come bisogna riconoscere per il 2020 le stesse giornate lavorate nel 2019 a chi non riesce a maturare i requisiti per accedere alla disoccupazione agricola: la maggioranza sono donne, che avendo perso giornate di lavoro non avranno accesso a questa integrazione al reddito determinante per l’economia di centinaia di migliaia di famiglie”.

Rossano Colagrossi

( 7 marzo 2021 )

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