La sanità calabrese è praticamente in terapia intensiva. Costa tanto e offre pochi servizi: in tempi di emergenza epidemiologica, la “diagnosi” del procuratore generale della Corte dei conti della Calabria Maria Rachele Anita Aronica, nella relazione letta per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021, lascia ben poche speranze. "Il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della salute". A parlare sono i numeri: "Nel 2020 - è emerso dalla relazione - sono state 3.525 denunce presentate alla Procura regionale della Corte dei Conti.” Ma non è tutto. E’ ricorrente una cattiva gestione nelle aziende sanitarie, per i sistematici mancati o ritardati pagamenti. “Si assiste, in definitiva, a una lievitazione esponenziale del debito che sfocia, frequentemente, nella nomina di un commissario ad acta per l'esecuzione delle sentenze di condanna. Tutto ciò determina un incremento del debito, per interessi, spese e anche compensi del commissario ad acta, che costituiscono danno erariale". A questo si aggiungono delle anticipazioni tesoreria, che producono altri debiti per interessi e compensi sull'anticipazione. A questa denuncia si aggiunge l’appello dei segretari generali regionali di Cgil, Angelo Sposato, Cisl, Tonino Russo, e Uil, Santo Biondo: “Il caos in cui continua a dibattersi la sanità in Calabria, anche nella fase della somministrazione dei vaccini, ci spinge a chiedere un nuovo incontro al ministro della Salute, Speranza.”
“Restano le gravi carenze negli organici dei medici e degli altri operatori - aggiungono - e c’è confusione finanche sulle strutture nei territori e sulla loro destinazione. La nomina del commissario ad acta per il rientro dal deficit nella persona del prefetto Guido Longo, giunta in ritardo e attraverso paradossali vicende dopo le dimissioni del generale Cotticelli, non ha prodotto finora il salto di qualità che ci si aspettava nei servizi.”
Le sigle sindacali avevano chiesto che il Decreto Calabria prevedesse di dotare l’ufficio del Commissario ad acta del personale necessario, tramite il ricorso a strumenti adeguati ad affrontare un’atavica emergenza regionale. Ma non c’è niente di nuovo”. Inoltre è in corso la vertenza che riguarda il Sant’Anna Hospital di Catanzaro, con il rischio che vengano meno servizi importanti per la salute di molti pazienti calabresi e vadano persi i posti di lavoro.
L’avvocato Domenico Francesco Donato, consulente legale Cisl Medici, sottolinea la gravità del rischio del taglio degli stipendi dei medici in servizio sulle ambulanze del 118. Le aziende sanitarie, nelle varie regioni italiane, stanno cessando la corresponsione della remunerazione aggiuntiva che da almeno due decenni i medici della continuità assistenziale percepivano - per questo “servizio aggiuntivo” rispetto alle loro “normali” funzioni. Eppure in tutta Italia, il ricordo del suono notturno delle ambulanze, durante i momenti più bui dell’emergenza pandemica, è molto vivo. Quelle sirene risuonano ancora.
Elisa Latella