Il governo avvia il confronto con il sindacato europeo. Un confronto costruttivo, come spiega il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine dell’incontro con il segretario generale della Ces, Luca Visentini. “È stato un confronto cordiale su vari temi - afferma il ministro -: l’importanza del concetto di lavoratore; le criticità del libero commercio e i suoi dogmi; il dumping salariale e di tassazione; l’accordo Ceta”. Ma sul Ceta la linea del Governo non è ancora chiara. Il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio (Lega), precisa che nel contratto di governo è previsto il no e pertanto verrà rispettato. Tuttavia, se le relazioni tecniche mostreranno una convenienza per le aziende italiane, aggiunge Centinaio, Salvini e Di Maio potranno sedersi e ridiscutere il punto. Una parziale ma flebile apertura, dunque. L’idea è che il governo non abbia fretta. “Possiamo ancora far passare del tempo - spiega Centinaio - perché non siamo obbligati ad arrivare alla votazione del Ceta nel giro di qualche mese. In Ue ad oggi solo 11 Paesi l’hanno votato. Faremo delle analisi e degli studi in modo razionale senza avere sensazioni da tifosi come spesso accade in Italia”.
Sul fronte del confronto con la Ces, Di Maio sottolinea inoltre una convergenza in vista dei prossimi tavoli europei e delle “importanti sfide da affrontare entro la fine della legislatura a Bruxelles”. “Siamo stati abituati ad accettare compromessi al ribasso - aggiunge il ministro - in nome di dogmi assurdi che arrivano a danneggiarci direttamente anche nella nostra economia. Il nostro obiettivo è di dare un segnale forte per rimettere al centro i cittadini, la dignità delle persone, il lavoro e la salute. Tutti valori su cui non siamo disposti ad arretrare né in Italia, né nelle discussioni che ci aspettano in sede europea”.