Genova ricorda le 43 vittime del crollo del ponte Morandi, a tre mesi dalla tragedia, e chiede risposte. La politica continua a litigare. Ieri la città si è unita ai cinquecento sfollati per una cerimonia commemorativa che si è svolta al limite della zona rossa, vicino alla pila 10 del viadotto. I cittadini genovesi chiedono un’accelerazione sull’affidamento dei lavori, sulla demolizione e ricostruzione del ponte e sulla riqualificazione del cantiere. “Tre mesi fa - ha scritto su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan - il crollo del ponte Morandi: 43 vite spezzate. Genova ferita al cuore. Poi tante promesse. Quando sarà approvato il decreto in via definitiva per consentire al commissario di avviare i lavori? La Cisl dice basta con questi ritardi”. Nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil di Genova hanno chiesto modifiche al decreto, a cominciare dall’articolo 1, che non mette “al riparo da possibili ricorsi che potrebbero prolungare ulteriormente i tempi della ricostruzione”. In caso di ulteriori lungaggini “ingiustificate che possano produrre l'aggravamento del quadro e l'isolamento della città”, avvertono i sindacati, “saremo pronti a chiedere conto a governo e istituzioni”.
Le istituzioni locali provano a rassicurare. Il sindaco Bucci ha ripetuto che la demolizione di ponte Morandi inizierà il 15 dicembre. Ma a Roma la confusione è grande. Il decreto Genova è al voto al Senato. Nella maggioranza, però, a tenere banco è tutt’altro, il condono edilizio per Ischia, inserito inopinatamente nel testo e su cui i Cinque Stelle si sono scottati in commissione. L’articolo 25 del decreto, che disciplina le procedure di condono sull'isola, è stato modificato da un emendamento presentato da Forza Italia e passato con voto favorevole e astensione dei grillini dissidenti De Falco e Nugnes. Le reazioni durissime dei vertici Cinquse Stelle dimostrano quanto il condono sia importante per il Movimento.