Venerdì 26 aprile 2024, ore 0:05

Industria

Ilva, circa 2mila operai hanno partecipato allo sciopero

Poco più di duemila operai hanno partecipato allo sciopero delle ultime quattro ore del primo turno nello stabilimento Ilva di Taranto, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb. Si parla, secondo fonti sindacali, del 70% di adesione nei reparti Officine e Manutenzione e di oltre il 50% nei restanti reparti. Ci sono stati anche momenti di tensione, anche aspri, tra i lavoratori che hanno tenuto un presidio davanti alla Direzione dello stabilimento. Alcuni di essi avrebbero voluto bloccare in maniera simbolica la statale Taranto-Bari. Ha prevalso però la linea di chi non voleva penalizzare la città. "Il governo - ha osservato Francesco Brigati della Fiom Cgil, parlando al megafono - ha più volte detto che Taranto è strategica nel settore della Siderurgia, ma scopriamo oggi l’ennesima svendita che questo governo mette in campo perchè potrebbe decidere di abbassare la produzione e non fare alcun risanamento ambientale". Per Biagio Rusciano della Fim Cisl "Taranto è in una situazione drammatica. La storia è partita nel 2012 e ora siamo nel 2017. La situazione è drammatica in termini di lavoro, in termini di ambiente e salute. Pertanto, noi chiediamo al governo che faccia la sua parte". "Ci hanno fatto - ha sottolineato Piero Vernile della Uilm - un bel pacco regalo dicendo ai lavoratori: in 5-6mila dovete andare a casa. Non penso che sia una cosa accettabile e non è accettabile che l’azienda resti così com’è. Se assicurassero il lavoro a tutti precisando però che però non vanno completati i lavori Aia e gli investimenti per i bambini, per la gente che si ammala, noi non saremmo d’accordo".

Seimila esuberi, all’ Ilva di Taranto, sarebbero "dirompenti per la città, per il Sud e per tutto il resto del Paese". Lo ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine del VI Congresso della Cisl Scuola in corso a Castellaneta Marina (Taranto). "L’acciaio è importante, una produzione di grande qualità nel sistema industriale ’Italià e ha bisogno della professionalità che i nostri lavoratori e le nostre lavoratrici sanno esprimere", ha aggiunto la segretaria generale della Cisl.

"Il dato sugli esuberi è temporaneo ed è legato alla produzione a carbone discendente dall’indicazione del ministero dell’Ambiente nel piano ambientale, che blocca a 6 milioni le tonnellate della produzione". Così una fonte vicina a Jjindal e ad Acciaitalia commentando i dati sugli esuberi previsti dalle cordate in corsa per l’ Ilva. Inoltre viene sottolineato  "nel nostro piano fin da subito partirebbero i lavori per Dri, l’impianto elettrico che consente la decarbonizzazione, e per il ripristino di Afo 5. Tutti lavori che hanno un fabbisogno di manodopera nell’indotto di circa 2.000 persone. Al 2024 il nostro piano prevede 10.800 addetti ai quali si aggiungono circa 2000 persone dell’indotto che continuerebbero a lavorare nelle manutenzioni di DRI e Afo5".

"Con riferimento alle indiscrezioni circolate in questi giorni e riprese dalla stampa, circa i riflessi occupazionali relativi al piano di acquisizione e rilancio dell’ Ilva da parte di Acciaitalia (Arvedi, CDP, Delphin, Jindal), si precisa che il piano prevede, dopo una riduzione iniziale a 7.800 unità dalle attuali 10.100 in forza negli stabilimenti Ilva (al netto dei 4.100 già in Cassa Integrazione) un impiego stabile di tale numero di unità fino alla piena realizzazione del piano ambientale previsto. Si prevede quindi un incremento a 9.800 unità nel 2023, destinato a crescere a 10.800 unità nel 2024 (dato che fissa a 3.900 gli esuberi complessivi al settimo anno di attività della ’nuova Ilvà), peraltro con piena disponibilità a ulteriori assunzioni legate allo sviluppo del Gruppo siderurgico". Così Acciaitalia in una nota, precisando che a "tali forze, inoltre, si deve aggiungere, già a partire dal 2017, l’impiego di ulteriori 2.000 addetti alla realizzazione del piano ambientale, che saranno poi integrati negli organici dall’ Ilva, non appena terminata la realizzazione del Piano Ambientale". Per quanto riguarda, infine, "il costo del lavoro si conferma che il dato medio è pari a 52.000 euro in parte allocati al costo del lavoro ed in parte previsti in appositi fondi di bilancio", conclude Acciaitalia

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 1 giugno 2017 )

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