Nei giorni più caldi delle polemiche sull’emergenza rifiuti, il governo firma un protocollo di intesa sulla Terra dei fuochi. La questione degli inceneritori viene messa, provvisoriamente, da parte e da Caserta, il governo torna a compattarsi. A prevalere sembra la linea grillina, di cui Conte si fa garante. “La sintesi politica - spiega il premier - mi è facilitata come massima autorità di governo dal contratto, che prevede di potenziare la raccolta differenziata, per andare oltre gli impianti attuali”.
L’esecutivo, spiega poi Conte, mette in campo un “piano di azione contro i roghi nella Terra dei Fuochi”, che dimostra la “particolare sensibilità e determinazione nel contrastare il fenomeno delle discariche abusive e degli incendi dolosi”.
Sul fronte degli inceneritori, tuttavia, le divisioni appaiono ancora ampie. E al Nord, qualcuno comincia a innervosirsi. Su tutti il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. La Regione è un modello per la Lega, mentre per i grillini ha un sistema superato. E così tredici “telefoni a gettoni”lombardi (secondo la definizione di Di Maio) potrebbero smettere di bruciare rifiuti di altre regioni. Fontana va ben oltre la provocazione. “Chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone”, annuncia.
“La diatriba all’interno del Governo sulla Tav e sugli inceneritori - commenta la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan - e in generale sul tema della costruzione di nuove infrastrutture, è la cartina di tornasole di un Paese che non sa assumersi le proprie responsabilità per evitare di restare in balia delle emergenze”.
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