Nonostante l’emergenza sanitaria il mercato italiano dell’Intelligenza artificiale ha retto bene all’onda d’urto segnando una crescita del 15% rispetto al 2019 e raggiungendo un valore di 300 milioni di euro, di cui il 77% commissionato da imprese italiane (230 milioni) e il 23% come export di progetti (70 milioni). Software, servizi e hardware le voci che spingono la crescita. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Ma non solo. ”La maggior parte degli investimenti è dedicata ai progetti di Intelligent Data Processing (33%), algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, mentre le iniziative che sono cresciute di più in termini di risorse sono chatbot e virtual assistant (10%, +28%)”, dicono i ricercatori. A livello di imprese e di investimenti, nonostante i problemi di budget dovuti alla pandemia, l’adozione di soluzioni di IA nella pianificazione e programmazione degli obiettivi di business è presente nel 53% delle Pmi mentre ”sono cresciute le realtà che hanno in corso progetti pienamente operativi, passate dal 20% del 2019 all'attuale 40%”. Insomma il mercato si muove e non si lascia intimidire dagli ostacoli, anche considerando che le soluzioni di IA sono inserite nei piani del Recovery Fund che scatterà nei prossimi mesi. L’lntelligenza artificiale è ormai inserita tra gli strumenti che possono favorire la ripresa e come una delle tecnologie chiave per il rilancio dell'economia e la trasformazione digitale. Un concetto quello di IA che è ormai noto (anche se poco approfondito) anche ai consumatori, ”con il 94% che ne ha sentito parlare almeno una volta e il 51% che ha utilizzato prodotti e servizi con funzionalità di intelligenza artificiale”. Sarà forse un segno dei tempi ma le prospettive di questo mercato sono più che incoraggianti. "La crisi sanitaria non ha fermato l'innovazione e la crescita del mercato dell'IA – afferma Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio - ed è aumentata la maturità delle imprese, con una forte crescita dei progetti pienamente operativi". Sulla stessa linea anche un altro ricercatore dell’Osservatorio,Nicola Gatti, il quale sottolinea il ruolo della Ue nella regolamentazione di un mercato in forte espansione: ”La Commissione europea ha pubblicato un white paper che ha posto le basi per la tutela dei diritti dei consumatori, mentre lo scorso ottobre il Parlamento europeo ha adottato tre risoluzioni che riguardano rispettivamente gli aspetti etici, il tema della responsabilità civile e i diritti di proprietà intellettuale relativi a robotica e AI”. Un aspetto, quello tra applicazione, diritti e risvolti etici sul tavolo dei legislatori. Del resto, da un'analisi condotta dall'Osservatorio su 94 casi reali di problematiche etiche legate all'uso della tecnologia AI, ”le criticità più frequenti sono date da potenziali distorsioni nella fase di progettazione della soluzione AI, da violazioni delle libertà, dall’accentramento di risorse finanziare/tecnologiche o culturali da parte delle Big tech e da problemi di privacy".
Andrea Benvenuti