Dopo il via libera notturno del Viminale, i 450 migranti a bordo delle navi Monte Sperone della Finanza e Protector di Frontex sono sbarcati a Pozzallo. Gli uomini della Prefettura e della Questura sono al lavoro per i ricollocamenti nei cinque paesi europei che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierne una parte. Domenica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva spiegato che Francia, Malta e Germania accoglieranno 50 migranti ciascuna. Anche la Spagna e il Portogallo ne accoglieranno una parte, anche se non è chiaro quanti. La scelta del governo italiano di aspettare un impegno preciso degli altri paesi europei prima di aprire i porti fa parte di una strategia seguita nelle ultime settimane dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: far sbarcare meno navi possibili in Italia - e nel caso, solo navi delle autorità italiane - e invitare gli altri paesi europei a occuparsi sia di una parte dei migranti che sbarcano in Italia sia di quelli soccorsi dalle navi delle ong che lavorano nei pressi della Libia.
Ma l’Europa è divisa. La “vecchia” Europa appoggia l'Italia - seppure con alcuni distinguo - sulla linea di un’equa redistribuzione, mentre i paesi di Visegrad, in teoria alleati con la linea dura e sovranista di Matteo Salvini, la accusano di “aprire la strada per l'inferno”. Il premier Giuseppe Conte, dopo il sì di Malta e Francia, è riuscito ad incassare la solidarietà del paese che conta di più in Europa: la Germania. L’Austria, altro alleato teorico di Salvini, tace. Si sono invece scagliati apertamente contro la linea di Roma i Paesi dell'Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. “Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all'Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare - ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l'inferno”.