Giovedì 25 aprile 2024, ore 17:08

Green pass

Porto di Trieste, sale la tensione

Dopo quattro lunghi giorni di proteste, il presidio del porto di Trieste contro il green pass sembra, nel momento in cui si scrive, vacillare sotto le cariche della polizia, che oggi è entrata nello scalo giuliano, dapprima intimando lo scioglimento dei manifestanti, e successivamente, attivando gli idranti, ha utilizzato i lacrimogeni per disperderli. Ci sono stati momenti di grande tensione, con un lacrimogeno che ha raggiunto anche una scuola sede di seggio elettore. Circa 2 mila manifestanti hanno formato un corteo che ha raggiunto piazza Unità d'italiano, e lì è stato fermato. Chiusa la viabilità sulle Rive. I manifestanti si sono seduti occupando la piazza, capeggiati da Stefano Puzzer, ex portavoce del Comitato dei portuali e costringendo il fronte della protesta ad arretrare oltre la metà del piazzale antistante il porto. Passate da poco le 8 del mattino, infatti, sono iniziate le operazioni di sgombero delle centinaia di persone che, in queste ore, sono arrivate da tutta Italia, al grido “libertà”, per sostenere la protesta dei portuali e alimentare le fila davanti al Varco 4 del porto. Una protesta che, con il passare dei giorni, ha cambiato drasticamente fisionomia, coinvolgendo sempre meno portuali (molti sono quelli già rientrati al lavoro) e sempre più no vax e green pass, esterni al porto, arrivati nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, per unirsi a quella fronda ormai minoritaria che ha deciso di continuare lo sciopero ad oltranza. Risale, in particolare, ad un paio di giorni fa la spaccatura del fronte dei lavoratori del porto, che ha portato anche alle dimissioni del portavoce del Clpt, Stefano Puzzer, contestato dall’ala più intransigente dei no vax, dopo aver lasciato intendere in un comunicato stampa, repentinamente ritirato, l’ipotesi della fine del presidio. Un’ipotesi chiaramente auspicata sia dal presidente dell’Autorità Portuale, Zeno D’Agostino, che, nelle ore più critiche di una vicenda scivolata velocemente nel caos, aveva minacciato le proprie dimissioni, sia dal governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, che aveva invitato a “rimanere nelle regole” per non danneggiare ulteriormente le attività dello scalo di Trieste, dopo il cambio di rotta anche di alcune navi da crociera. Ed altrettanto chiara resta la posizione dei sindacati con Cgil, Cisl, Uil a sottolineare, in una nota congiunta, come il forte legame tra il porto, i suoi lavoratori e la città non possa né debba essere compromesso da persone che con il porto non hanno nulla a che fare. Ci sono molti lavoratori portuali - prosegue la nota inviata ieri - che in questi giorni hanno scelto di lavorare e garantire con grande responsabilità e senso di appartenenza l’indispensabile continuità operativa. Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro”. E mentre si attende di capire come si chiuderà questa vicenda, all’insegna di una tensione crescente, ad oggi appaiono chiare due circostanze: la netta frattura tra lavoratori e l’appropriarsi della piazza triestina da parte dei no vax, caricando - come hanno ben evidenziato Cgil, Cisl e Uil, il porto e quei lavoratori di un peso e una responsabilità che non hanno. Nonostante la protesta, lo scalo di Trieste non ha comunque mai smesso di operare, sebbene a ritmi più rallentati, né i valichi sono stati bloccati. Centocinquanta risultano i portuali che hanno aderito allo sciopero, su un totale di un migliaio.
Mariateresa Bazzaro

( 18 ottobre 2021 )

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