Dopo 15 anni dall’ultimo intervento sulla materia, il Parlamento europeo boccia e dunque rinvia a settembre la direttiva Ue sul copyright: 318 contrari, 278 a favore, 31 astenuti. In Italia M5S e Lega, contrari, festeggiano la bocciatura. Al centro delle polemiche gli articoli 11 e 13 del testo. L'articolo 11 prevede che la pubblicazione dei cosiddetti snippet (ritagli di articolo che copia-incollano titolo e prime righe di un articolo, rimandando al link) sia vincolata a una licenza, per gratificare economicamente il lavoro svolto da altri. L’articolo 13 istituisce il cosiddetto upload filter, che impedisce agli utenti di caricare su piattaforme online materiale protetto da diritto intellettuale. Alla direttiva sono favorevoli le imprese che hanno sofferto di più la “cannibalizzazione” dei propri contenuti online, come editori e produttori musicali.
Anche i sindacati sono a favore. Se correttamente ripartiti con chi ne detiene legalmente i diritti, sottolineano la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, e il segretario generale Fistel, Vito Vitale, i proventi generati “grazie al fondamentale lavoro di creazione”, possono contribuire “a creare più occupazione e ricchezza, a sostenere il welfare di categorie artistiche scarsamente tutelate, contribuendo alla produzione culturale e salvaguardando la libertà di espressione degli autori”.