È fissato per giovedì prossimo il termine per la presentazione nelle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera degli emendamenti al decreto Semplificazioni. In questi giorni le audizioni che coinvolgono più di 70 soggetti.
Dai sindacati confederali critiche sulla governance. ”Comprendiamo la necessaria rapidità ma siamo convinti che l’accele razione e la centralizzazione non possono significare deregolazione o un vulnus di partecipazione. Un confronto preventivo con i sindacati non è inutile orpello”, sottolinea la vicesegretaria generale della Cgil Fracassi.
Per il segretario confederale Cisl Ganga ”manca un’ampia condivisione anche come base della coesione sociale. Non ci sono i presupposti per accompagnare l'intero processo del Pnrr con un adeguato confronto; servono una grande stagione di partecipazione diffusa, un coinvolgimento sui temi del sindacato, una cabina di regia sull’intera materia del codice dei contratti”.
Anche la Uil, con la segretaria confederale Bocchi, sottolinea che ”la rapidità non può portare ad un sistema deregolato e che non ci consenta di raggiungere gli obiettivi previsti”; e ribadisce: quello della governance è un ”elemento fondamentale” perché ”è indispensabile una partecipazione degli interessi socio economici, quindi delle parti sociali”.
Nel merito delle singole norme sulle semplificazioni, i tre sindacati confederali preannunciano documenti di approfondimento vista la grande complessità del decreto.
Da parte sua la direttrice generale di Confindustria Mariotti osserva: ”Il dl Semplificazioni avvia un processo riformatore che, sebbene legato al Pnrr, potrà contribuire a innovare l ordinamento a regime. Ciò a patto che i prossimi provvedimenti abbiano la medesima ambizione, in modo da produrre effetti permanenti sulle nostre amministrazioni, anche al fine di rafforzarne le capacita' gestionali e favorire così la realizzazione di investimenti innovativi in partnership pubblico-privato”.
Intanto è sempre più incalzante, visti i tempi stretti, il dibattito sulla proroga dei licenziamenti. Ribadisce il leader Cisl Sbarra: ”Dobbiamo scongiurare l’uscita dal blocco dei licenziamenti perché abbiamo già alle spalle un milione di posti di lavoro persi in questi mesi e la nostra preoccupazione è che se ne aggiungano ulteriori centinaia di migliaia”.
D’altra parte ”le ragioni che avevano dato luogo al blocco dei licenziamenti 15 mesi fa sono rimaste irrisolte. L’occupazione precaria, ammortizzatori sociali non riformati, politiche attive non avviate: continua a mancare un grande piano nazionale
sulla formazione, sulla crescita delle competenze, per contrastare questo diseallineamento nell'incrocio tra domanda ed offerta di lavoro. Ecco perché stiamo chiedendo al Governo di ripensare il provvedimento e di spostare la proroga almeno fino alla fine di ottobre. Più che i licenziamenti il Governo deve sbloccare gli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture, nella politica industriale, nella valorizzazione dei settori economici più importanti. Questo ci aspettiamo dal Governo ed è la ragione per la quale siamo mobilitati in questi giorni e lo faremo con una grande giornata di lotta sabato 26 giugno a Torino, Firenze e Bari”.
Ospite del programma ”Soul” su Tv2000, Sbarra ha parlato del reddito di cittadinanza: ”Ha funzionato bene come misura di contrasto alla vera povertà, ma è stato un fallimento sulla partita della generazione di nuove opportunità di lavoro”. Dunque ”bisogna confermare questa misura di contrasto universale alla povertà; ma sul tema del rapporto tra giovani e lavoro, sull’incrocio domanda offerta, il vero investimento ce lo giochiamo cambiando e riformando gli ammortizzatori sociali, facendo un grande investimento sulle politiche attive e finanziando un piano nazionale sulla formazione e sulla crescita delle competenze soprattutto digitali”.
Giampiero Guadagni