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Lavoro

Smart working e vaccini: come cambia il lavoro

Vaccini e smart working:è la nuova ricetta per il mondo del lavoro pubblico e per le realtà aziendali. Secondo un’indagine della Manpower-Group, multinazionale nella gestione delle risorse umane, il 69% delle imprese approva la decisione del green pass rafforzato per accedere al posto di lavoro, vale a dire le aziende italiane sarebbero a favore del vaccino obbligatorio. I comparti manifatturiero, scuola e sanità sarebbero quelli più inclini all’obbligo vaccinale (75%).

La malattia di un dipendente per un’im presa è un costo, una perdita di produzione: quindi prima si esce dalla pandemia meglio è per i bilanci aziendali. E se la strada per uscirne è il vaccino, ben venga.

Parlano le percentuali: il 53% ritiene che debba essere obbligatorio per tutti, a fronte del 16% per il quale l’obbligatorie tà deve valere per alcuni ruoli, ma non per tutti. Il 14% dei datori di lavoro pensa che sia loro responsabilità promuovere la necessità di vaccinarsi ma non concordano con l'obbligo. Andiamo con ordine: con la pubblicazione del decreto legge 7 gennaio 2022 n. 1 'Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza Covid-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore', è stato di fatto introdotto l’obbligo vaccinale per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età, ai quali sarà richiesto il green pass rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro.

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, già dal 15 dicembre 2021, è attivo l’obbligo vaccinale, indipendentemente dall’età, per personale amministrativo sanità, docenti e personale amministrativo scuola, militari, forze di polizia e di soccorso pubblico, nonché personale che a qualsiasi titolo lavori negli istituti penitenziari e negli istituti penitenziari minorili.

Continua a restare obbligatorio il vaccino per personale sanitario e delle Rsa. Si sta valutando l’estensione ad altre categorie di dipendenti pubblici.

Tornando al mondo aziendale, secondo la ricerca ManpowerGroup è il manifatturiero il settore con la maggior presenza di imprese favorevoli all’obbligo vaccinale, al pari di scuola e sanità con il 75%.

Ma anche altri comparti non scherzano: banche, assicurazioni e real estate (71%), l’Information Technology, telecomunicazioni, media, comunicazione, commercio e retail (69%), ristorazione e hotel (59%) e costruzioni (62%). Chiude il settore non-profit con il 50%.

Per Stefano Scabbio, Southern Europe President ManpowerGroup, “Le imprese chiedono che siano poste in essere le scelte necessarie affinché quest’ultima ondata non interrompa la ripresa in atto. Un altro fattore molto importante per continuare a garantire la continuità ricercata è il lavoro ibrido, il mix di smart working e lavoro in presenza che - dove è possibile - oggi permette a molte persone di continuare a lavorare con la massima sicurezza possibile.” E prosegue: “Il 57% delle aziende, infatti, dichiara che potranno usufruire dello smart working i ruoli delle divisioni Finance e Contabilità, It, Amministrazione e Risorse Umane”.

Per quanto riguarda lo smart working nel settore pubblico, persistono delle resistenze: 'Il lavoro agile di massa non è più giustificato e ci sono tutti gli strumenti, comprensivi di diritti e di tutele per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici, che garantiscono ampia flessibilità organizzativa alle singole amministrazioni'. E' uno dei passaggi di una nota del dipartimento della Funzione Pubblica che in otto domande e risposte affronta il tema. Spalmare la programmazione dello smart working su più mesi purché alla fine la presenza in ufficio risulti prevalente sulle giornate di lavoro in remoto. Fino a giugno, poi si vedrà.

Fino al 31 marzo 2022, la differenza fondamentale sta nell’obbligatorietà, per il settore pubblico, dell’accordo individuale, come previsto dalla legge 81/2017, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata di smart working, senza necessità di accordo individuale.

Elisa Latella

( 16 gennaio 2022 )

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