I prossimi due anni, ovvero questo e il 2024, saranno decisivi affinché , con le risorse del Pnrr, l’Italia possa veramente entrare nell’era digitale. Ma la trasformazione dovrà essere effettiva e profonda a partire dalle infrastrutture che dovranno essere realizzate e dai nuovi servizi ai cittadini che dovranno essere messi a punto. Lo Stato deve cambiare pelle se vogliamo che il paese cambi ed entri in una nuova era. Proprio alla pubblica amministrazione sono destinati 9,72 miliardi di euro e ”l'Agenzia per l'Italia Digitale ha aggiornato il piano per l'informatica nella pubblica amministrazione adeguandolo agli obiettivi e ai target del Piano nazionale di ripresa e resilienza per gli anni 2023 e 2024”. Proprio il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione, si legge sul sito agid.gov.it, ” è uno strumento essenziale per promuovere la trasformazione digitale del Paese e, in particolare, quella della Pubblica Amministrazione italiana, attraverso la declinazione della strategia in materia di digitalizzazione in indicazioni operative, quali obiettivi e risultati attesi, riconducibili all’azione amministrativa delle PA”. Tre gli obiettivi al cuore degli investimenti delle risorse del Pnrr: il primo, come riportato sul blog di Linkedin Notizie, ”prevede l'adozione del cloud da parte delle pubbliche amministrazioni, come prima opzione. In attesa del polo nazionale strategico del Cloud, il documento fa il punto sul suo utilizzo, a oggi: ne fanno uso circa il 90% delle amministrazioni e la spesa per il cloud nel 2020 è salita del 43% sul 2019, stesso aumento previsto nel 2021 e nel 2022”. Il secondo punto riguarda ”il digital e mobile first per i servizi, che devono essere accessibili in modo esclusivo con sistemi di identità digitale assicurando almeno l’accesso tramite Spid, che resta strategico: il target 2024 del piano, tra l'altro, prevede un incremento del numero di autenticazioni da Cie (carta d'identità elettronica) del 200% e Spid del 300% rispetto al monitoraggio 2021”. Il terzo obiettivo in agenda è ”una maggiore attenzione alla sicurezza informatica: i servizi digitali devono essere 'disegnati' ed erogati in modo sicuro e garantire la protezione dei dati personali. Solo il 65% degli enti della pubblica amministrazione ha piani anti-attacchi cyber o incidenti che compromettano i dati”. Insomma la cornice degli interventi è complessa, le risorse sono sufficienti, i tempi sono stretti e soprattutto si spera che le amministrazioni locali riescano a trovare il modo per far cadere a terra queste risorse in modo da accelerare il passaggio dalla transizione a un nuovo modello di organizzazione più efficiente e agile dello Stato. Del resto, come si legge nella mission di Agenzia per l’Italia Digitale, l’obiettivo è ”favorire lo sviluppo di una società digitale, dove i servizi mettono al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della pubblica amministrazione che costituisce il motore di sviluppo per tutto il Paese”.
An. Ben