Il diavolo e l’acquasanta, Donald Trump e Papa Francesco, il magnate-Presidente e la guida dei cattolici. Nel mondo insanguinato dall’ennesimo attentato dell’Isis- stavolta a Manchester in Inghilterra, contro bambini e adolescenti ad un concerto- due figure così distanti come il Presidente Usa e il Pontefice argentino stanno per incontrarsi. In realtà l’arrivo di Donald Trump in Italia segna in questo momento storico un evento - alla vigilia del G7 di Taormina che si terrà il 26 e il 27 maggio prossimi che potrebbe cambiare l’agenda politica globale - con l’incon - tro previsto con il nostro premier Paolo Gentiloni. L’Italia che con il Governo Renzi era in piena sintonia con la presidenza di Obama - con una chiara scelta di sensibilità per la Hillary Clinton, sconfitta da Trump nelle presidenziali - cerca di trovare punti di incontro e sinergie con la nuova America di Trump. Oltre che per gli incontri di Stato, con Gentiloni e con il Papa, il viaggio di Trump è cruciale perché segna un percorso di politica estera, prima l’Arabia Saudita, poi Israele e adesso l’Italia, a pochi giorni dall’inizio del G7 che dovrà fissare i cambiamenti della nuova agenda globale. In realtà per adesso ad essere cambiata è l’agenda del G7 in Sicilia, dopo il vigliacco attentato dell’Isis a Manchester. Resteranno all’ordine del giorno del vertice, ovviamente, gli argomenti previsti da tempo, tra cui la questione dei migranti (un tema, lo diciamo per inciso, su cui Trump e il Papa sono distantissimi, il primo fautore dei muri e della linea dura, il secondo aperto all’accoglienza) ma la priorità sarà la lotta al terrorismo dell’Isis. A Taormina infatti saranno presenti i capi di Stato o di governo di Paesi che, in modo diverso, hanno subito attacchi durissimi da parte del terrorismo jhaidista. Dei sette Paesi presenti, cinque di questi hanno dovuto sopportare negli ultimi anni attentati molto gravi: saranno infatti al vertice dei potenti a Taormina, la premier inglese Teresa May, il presidente americano Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera Angela Merkel, il primo ministro canadese Justin Trudeau oltre al presidente del Consiglio italiano e al capo del Governo giapponese (Italia e Giappone ad oggi - e facciamo gli scongiuri! - sono i due paesi del G7 che non hanno subito attentati dell’Isis). I leader dei paesi del G7 porteranno quindi contributi significativi nella messa a punto di una strategia comune delle nazioni libere e democratiche, una strategia per prevenire e fermare il terrorismo assassino dell’Isis. Senza se e senza ma.