Venerdì 19 aprile 2024, ore 2:30

Corruzione, la nuova questione morale

Trentacinque anni fa, era di luglio, Enrico Berlinguer, leader del Pci, pose in una intervista a Eugenio Scalfari, su Repubblica, il tema della questione morale. Una invettiva quella di Berlinguer che arrivava dal capo di un partito comunista che guardava all'Urss totalitaria nonostante l'Italia fosse, da dopo la fine della II Guerra Mondiale, un paese libero, democratico ed alleato con gli Stati Uniti d'America. Oggi, spazzati via dalla storia il Pci, l'Urss e il muro di Berlino, in Italia si dovrebbe poter ragionare con più serenità della questione morale che, diciamolo subito, esiste. Eppure il nostro Paese non riesce a ragionare serenamente di questo suo male endemico perché al bipolarismo Pci - partiti di governo e liberaldemocratici (Dc, Psi, Psdi, Pli e Pri) si è contrapposto un nuovo antagonismo, quello tra politica e magistratura. Nel 1992, tre anni dopo il crollo del Muro di Berlino e la fine del mondo da guerra fredda, a Milano l'inchiesta di Tangentopoli sollevava il velo su un sistema di corruzione diffuso. Oggi, un magistrato, Piercamillo Davigo, a capo dell'Anm, l'associazione nazionale magistrati, e che ha fatto parte del pool di "Mani Pulite" che svelò Tangentopoli, sostiene che i politici rubano più di prima. Ne esce un putiferio. Poco prima delle parole di Davigo il premier Matteo Renzi aveva parlato in Parlamento di "barbarie giustizialista", seguono giorni di tensioni tra politica e magistratura con pure alcuni magistrati che criticano Davigo. In queste ore, poi, è arrivato l'intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Gli attori della politica - ha detto - devono aggiungere la consapevolezza che la corruzione in quell'ambito è più grave, perché nell'impegno politico si assume un duplice dovere di onestà per sé e per i cittadini che si rappresentano". Lo ha detto inaugurando l'anno della scuola superiore della magistratura. "Dobbiamo continuare - ha proseguito - a spezzare le catene della corruzione che va combattuta senza equivoci e senza timidezze". Per Mattarella, "i cittadini si attendono e si aspettano coesione" tra gli organi dello Stato e nelle istituzioni, in modo da riuscire a battere i fenomeni di corruzione: "Il conflitto genera sfiducia, la giustizia è un servizio e un valore, le istituzioni devono saperla assicurare per evitare che si generi sfiducia e si dia spazio al malaffare". Poi l'invito alla collaborazione tra poteri dello Stato: "Vanno rispettati i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo in base alla Costituzione. Il rispetto delle competenze altrui costituisce del resto la migliore garanzia per la tutela delle proprie attribuzioni. L'equilibrio fra i poteri dipende anche dalla capacità di ciascuno di essi di assumersi la responsabilità del proprio agire". Parole sagge, non vi è dubbio, ma declinate nella realtà dello scontro tra politica e magistratura risolveranno le tensioni? I nodi dello scontro riguardano le intercettazioni, che la politica vorrebbe regolamentare nell'uso in maniera più restrittiva rispetto ad oggi, ed i tempi della prescrizione, che il Governo sembra disposto ad allungare, come chiedono i magistrati che però spingono per una riforma complessiva e non per un provvedimento di legge che riguardi solo la prescrizione. Mattarella ha parlato anche dei tempi dei processi: "Non è una variabile indipendente della giustizia, è auspicabile che si affronti con determinazione questo problema: gli uffici giudiziari sul piano organizzativo e gestionale, Parlamento e Governo sul piano legislativo e su quello delle risorse ricercando la massima condivisione". Un passaggio cui è seguito l'invito ad i magistrati ad applicare le norme con ragionevolezza: "La valutazione delle conseguenze del proprio agire non può essere certo intesa in alcun modo come un freno o un limite all'azione giudiziaria rispetto alla complessità delle circostanze". Vedremo presto come finirà il dualismo italiano tra politica e magistratura. Nell'attesa, un dubbio, ripreso da un commento di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera di pochi giorni fa: ”Il dottor Davigo - ha scritto Galli Della Loggia - si fa molte illusioni sulla moralità dei politici, personalmente me ne farei anche meno sulla moralità di chi li elegge”. Domanda: non sarà che la classe politica è lo specchio degli italiani?

( 29 aprile 2016 )

Mostre

Marco Polo a 700 anni dalla morte

Venezia apre le celebrazioni con una grande mostra a Palazzo Ducale

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Filosofia

L’ontologia di Severino

Tra i maggiori pensatori del secondo Novecento, è stato il massimo esponente del nichilismo odierno, rivisitato sulla scorta dei classici greci, a cominciare dal Parmenide

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Mostre

Cézanne e Renoir a confronto

Una grande mostra a Palazzo Reale-Milano per celebrare i 150 anni dalla nascita dell'Impressionismo

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

FOTO GALLERY

© 2001 - 2024 Conquiste del Lavoro - Tutti i diritti riservati - Via Po, 22 - 00198 Roma - C.F. 05558260583 - P.IVA 01413871003

E-mail: conquiste@cqdl.it - E-mail PEC: conquistedellavorosrl@postecert.it