Caos Italia. Mentre tutti, tranne i leghisti, i grillini e quel che resta di An in Fratelli d'Italia della Giorgia Meloni, si attardano in complimenti sulla vittoria del moderato francese Macron, ecco che in una intervista a Repubblica se ne esce il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble per spiegare che l'asse tra Parigi e Berlino con Macron all'Eliseo cambierà il futuro dell'Europa e, ma avrebbe potuto farne a meno, per evidenziare che l'Italia con i sacrifici non ha ancora finito anche se ne ha fatti già un po’. La richiesta di ulteriori sforzi all'Italia arriva in un momento in cui il nostro Paese è affaccendato a discutere delle rivelazioni dell'ultimo libro di Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, secondo cui la ex Ministra del Governo Renzi ed attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Gentiloni, Maria Elena Boschi avrebbe chiesto in passato a Federico Ghizzoni, all'epoca numero uno di Unicredit, di interessarsi all'acquisto di Banca Etruria dove il babbo della stessa Boschi era uno dei dirigenti apicali. Subito i grillini si sono scatenati nella richiesta di dimissioni della Ministra, che a sua volta ha contraddetto la ricostruzione del giornalista de Bortoli, annunciando querele. Il punto, al di là delle scaramucce di fioretto tra i due, che ci preme sottolineare riguarda un aspetto chiave. Ovvero di come il nostro amato Paese non riesca ad uscir fuori da una eterna divisione tra guelfi e ghibellini, con bracci di ferro interni e costanti e tutto ciò mentre un Ministro delle finanze, tedesco, rinnova la sua richiesta, pur riconoscendo gli sforzi già fatti sino a qui, di sacrifici all'Italia. Adesso il vero nodo politico riguarda quale politica l'Italia dovrà avere verso l'Europa di Macron e di Schäuble. Andando a ripescare una vecchia posizione di Matteo Renzi, mai mutata secondo le notizie di chi scrive, proprio di questo si deve parlare. Rispetto alle pretese di Bruxelles e anche di Berlino, vero motore accentratore di questa Europa a trazione tedesca (salvo sorprese nelle elezioni politiche che si terranno di qui a breve in Germania) valgono ancora oggi le parole renziane dure ma schiette: "La nostra classe dirigente ha smesso di andare in Europa a prendere l'elenco delle cose da fare, le cose da fare le decidiamo noi. Abbiamo ottenuto una flessibilità che vale 30 miliardi di euro in due anni che sono andati tutti per la riduzione della pressione fiscale". Tradotta in una parola, questa linea renziana, significa autonomia italiana rispetto ai diktat dell'Europa. Vale ancora oggi? Secondo noi si, visto che - fuor di metafora - le critiche alla politica della Ue ed alla intransigenza sui conti e sull'euro tocca in Italia (e non è un paradosso) tutte le posizioni politiche. È critica verso la Ue la linea di Renzi a lo è anche quella di Silvio Berlusconi, che seppur moderato di centrodestra, non accetta (almeno a parole) la durezza di Berlino con l'Italua eternamente in castigo. Altrettanto critiche verso l'accentramento e la durezza europee sono le opposizioni. Della Lega di Matteo Salvini conosciamo i toni e gli argomenti, non solo sulla questione economica legata alla durezza sui conti ed all'Euro ma anche relativamente alle politiche migratorie con l'Italia lasciata di fatto sola a farsi carico dell'accoglienza dei migranti. Anche la destra della Giorgia Meloni ha una posizione dura, così come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, movimento che di recente ha avuto svolte critiche sul tema migranti e sulle politiche economiche. Sintesi di questa quadro, per andare al nodo politico e non tergiversare troppo: si corre il rischio in questo clima che la campagna elettorale delle prossime politiche italiane (se non saranno anticipate si terranno nel 2018), si giochi tutti su un sentimento anti europeo, più soft per i partiti riformisti come il Pd di Matteo Renzi o Forza Italia di Silvio Berlusconi, o più hard nelle critiche come le formazioni più distanti dalle posizioni di Bruxelles, come Lega e 5 Stelle. Perché se la parola d'ordine europea verso l'Italia sarà più sacrifici, beh stavolta possiam dire, con affetto, stavolta no. Grazie