È una di quelle notizie che rischia di rimanere nascosta tra le pieghe dell’informazione ma, data la rilevanza, non va soltanto sottolineata bensì urlata. E sì perché, secondo quanto denunciato dal presidente del Comitato antimafia di Milano, Nando Dalla Chiesa, intervenendo davanti alla Commissione antimafia del Consiglio regionale sulle infiltrazioni nel sistema sanitario lombardo, “la ‘ndrangheta sta cercando di infiltrarsi nelle scuole, private e pubbliche, di Milano e Lombardia. E nelle università”. Una denuncia che, al momento, non troverebbe riscontri (almeno dichiarati) in altre regioni. E se, come crediamo, si tratta di una notizia fondata, dobbiamo allarmarci su “un interesse inedito” della criminalità per un settore, quello dell’istruzione, che non si avvale dei ghiotti finanziamenti della sanità ma che ha un ruolo strategico nella formazione dei nostri figli. Ma come avvengono questi tentativi di infiltrazione nelle scuole? Secondo Nando Dalla Chiesa, il quale ha raccolto le confidenze timorose di insegnanti e dirigenti, “c’è l’interesse a piazzare qualche bidello o supplente, all’apparenza insospettabili, per mettere le mani sulle forniture di servizi, bar e mense”, solo per fare qualche esempio. Ma c’è di più. “Questa presenza permette un controllo sul mondo dei giovani. Le mafie non mirano solo a fare soldi ma a creare legami, rapporti sociali, connivenze", aggiunge Dalla Chiesa. Ancora più forte è l’interesse nei confronti degli atenei lombardi e per i diplomati e i laureati: infermieri e medici soprattutto che possono “influenza - re perizie in caso di processi ai capi delle cosche oppure la partecipazione agli appalti”. Insomma, è d’obbligo vigilare su assunzioni, appalti e bandi. Insegnanti, bidelli e dirigenti scolastici devono essere i protagonisti di un’azione di respingimento ma con l’aiuto di tutti. Se saranno lasciati da soli ancora una volta, sarà più facile per la ‘ndrangheta conquistare questo nuovo territorio.