L 'Orlando (Andrea, il Ministro della Giustizia) furioso - a La Spezia, la sua città, ha vinto il centrodestra - che prova a rottamare le parole di Matteo Renzi a commento dell'esito dei ballottaggi delle amministrative di domenica, è forse la migliore sintesi del giorno dopo della sinistra all'indomani della sconfitta. "67 a 59": con questa sintesi il segretario del Pd Matteo Renzi su Twitter, citando l'analisi di Youtrend, aveva fotografato i risultati complessivi di queste elezioni comunali di giugno. Una sintesi che non è andata giù ad Mdp ed a Andrea Orlando, sfidante di Renzi all'ultimo Congresso Pd, che ha subito invitato l'ex premier a non usare le parole della vecchia politica: "Il Pd ha perso le amministrative - ha sottolineato Orlando - non si può parlare di risultato a macchia di leopardo". Per il Guardasigilli, che domani riunirà la sua area e poi con Gianni Cuperlo sarà alla manifestazione del 1 luglio di Giuliano Pisapia a piazza Santi Apostoli, Matteo Renzi dovrebbe farsi carico adesso di "ricomporre un campo politico", il centrosinistra appunto, riposizionando il partito. A chi, dentro il Pd, soprattutto tra le fila renziane, già ieri si interrogava sul sostegno di Mdp al Governo Gentiloni, hanno risposto da sinistra che le comunali non possono avere "conseguenze sul governo". Per vedere cosa accadrà, a cominciare dall'approvazione della legge di Bilancio, bisognerà però vedere cosa resterà dell'idea di una intesa tra Renzi e Berlusconi sul sistema elettorale e su un Governo da fare insieme, per alcune riforme, dopo il prossimo voto alle politiche. E questo ci porta dritto nel campo del centrodestra, il vincitore di queste elezioni amministrative, sull'asse Forza Italia - Lega - Fratelli d'Italia: sarà in grado di aggregarsi per vincere o la questione della leadership all'interno della coalizione continuerà ad essere un elemento divisivo destinato ad allontanare Salvini, Meloni e Berlusconi? Il modello Giovanni Toti, il governatore della Liguria che è riuscito nella sua regione a tenere assieme i tre leader di area, Berlusconi, Giorgia Meloni e Salvini, o meglio i partiti, potrebbe essere la sintesi se saprà allargarsi fuori dalla Liguria. Aver espugnato Genova per il centrodestra è un risultato storico ma basterà? Non vi è dubbio che le differenze, tra i tre leader ci sono. Berlusconi vorrebbe una linea riformista, liberale e moderata, Salvini rivendica la trazione leghista nell'alleanza dopo queste comunali e la Meloni non vuol sentir parlare di moderazione. Con i tre sindaci portati dal suo partito vincenti a L'Aquila, Pistoia e Verona e i tanti consiglieri comunali eletti, la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha rilanciato la linea 'sovranista': "La moderazione è una categoria che in politica non esiste più. Gli italiani ci hanno fornito un'indicazione chiara: se il centrodestra mette in piedi un programma serio, con persone credibili, che dica 'prima gli italiani', non c'è partita: né contro il servilismo di Renzi, né contro il qualunquismo di Grillo, che sono due facce della stessa sinistra". Toti, con la pazienza che gli è congeniale, ancora una volta tenta di essere la sintesi: "Occorre pensare a un centrodestra 4.0 che guardi al futuro. Credo che ci sia la benzina nel motore per farlo dopo questa vittoria". A tenere unito il centrodestra potrebbero bastare i temi, sicurezza, meno tasse e immigrazione, su cui i tre leader concordano, ma non è così scontato. Certo, la velocità data dalla maggioranza di Governo e dal Pd, per l'approvazione della legge sullo ius soli, ha di fatto unito, su questo tema, i tre partiti di centrodestra ma un programma con un candidato premier per le politiche sono un tema più complesso dell'essere d'accordo sullo ius soli. In questa dialettica tra i poli, l'altro sconfitto di queste amministrative, assieme al Centrosinistra, e cioè Beppe Grillo potrebbe approfittarne anche perché il M5S ha già dimostrato a livello nazionale di avere altri numeri rispetto al voto locale. Il ricomincio da tre, dunque, sembra la partita per le prossime politiche di questa nostra cara Italia. Sempre in attesa di una nuova legge elettorale.