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I dati che sfatano il mito dei giovani indifferenti

Si parla spesso di scollamento tra politica, società e cittadini soprattutto rispetto ai giovani. Un assioma confortato dai dati statistici che misurano il livello di esercizio del diritto di voto. Ma non si può ridurre tutto a questo. La fotografia dei giovani italiani tra i 18 e i 30 anni scattata dalla Focsiv nell’ambito dell’indagine recente sul tema “You - th Partecipation”, dà una lettura dei dati sul concetto di partecipazione alla vita sociale e politica. Il bacino di raccolta dati è stato rappresentato da oltre 5 mila persone sui social network (Facebook e Twitter) e da circa un migliaio di persone attraverso la pubblicazione di annunci su siti internet e sul sito istituzionale. Alcuni dei risultati rappresentano uno spunto di riflessione per gli obiettivi che la Cisl, nei documenti della Conferenza organizzativa di Riccione, si è posta proprio per raggiungere i giovani. Innanzitutto, quasi i 4/5 degli intervistati dichiarano di aver partecipato a iniziative per il “Bene Comune”, anche se poi oltre il 40% dichiara di partecipare “poco” a iniziative di interesse politico-sociale. L’85% dichiara “di esercitare sempre il proprio diritto-dovere di voto”. Dato in controtendenza rispetto alle statistiche più diffuse che parlano di un calo dell’esercizio in Europa del 29% dal 2009 . In Italia, va ancora peggio se si pensa che i 3/4 dei giovani dichiarano di non aver partecipato attivamente alla vita politica. Ma il dato interessante è un altro. Secondo la ricerca, infatti, “la partecipazione dei giovani italiani alla vita politica e sociale risulta essere esercitata molto di più attraverso l’esperienza civica, attraverso l’adesione ad una associazione: il 56% degli intervistati dichiara di aderire a una associazione, soprattutto a quelle impegnate nel campo educativo (26%) e quelle culturali-sportive (20%). Inoltre, oltre i 2/3 hanno dichiarato di aver partecipato a una manifestazione di piazza, a marce e sit-in, petizioni o raccolta firme. Tra i temi che i giovani considerano importanti c’è il lavoro (lotta alla precarietà, accesso e ricerca di stabilità economica) che rappresenta, per oltre il 72,3%, la priorità su cui incentrare le politiche giovanili. Chi pensa che i giovani sono apatici e indifferenti si sbaglia di grosso. Anche su questi dati la Cisl dovrebbe avviare iniziative di comunicazione e informazione che troverebbero terreno fertile.

( 25 gennaio 2016 )

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