Sabato 20 aprile 2024, ore 4:14

La riforma elettorale inciampa sul Biancofiore

E pensare che il termine, franco tiratore, nella sua etimologia storica descriveva un figura eroica comparsa nella Francia del 1792, regione dei Vosgi, per difendersi dagli invasori. “Un guerrigliero che opera – lo spiega bene la Treccani - per lo più isolato o in piccoli gruppi, contro forze regolari, soprattutto nei centri abitati che il nemico cerca di occupare o sta evacuando: i franchi tiratori cercavano di ritardare, sparando dai tetti, l’occupazione della loro città; la fucilazione di un franco tiratore”. Questo in Francia secoli fa perché oggi, anzi da sempre, nella Repubblica italiana il franco tiratore nel linguaggio politico e giornalistico, è il rappresentante di un partito o di uno schieramento che, in votazioni a scrutinio segreto, vota di nascosto in modo diverso da quello concordato o ufficialmente deciso dal proprio partito o schieramento. Come accaduto ieri sulla legge elettorale (proporzionale alla tedesca, in salsa italiana) frutto di un accordo a quattro tra Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Beppe Grillo e Matteo Salvini. Galeotto fu – per la soddisfazione dei franchi tiratori - un emendamento della parlamentare di Forza Italia Micaela Biancofiore, che riguardava l'applicazione della riforma anche nei collegi elettorali del Trentino Alto Adige. I relatori avevano espresso parere contrario, e quindi si attendeva un no compatto. A sorpresa si è consumato l’opposto: i favorevoli sono stati 270, i contrari 256 e gli astenuti 1. Per arrivare ad una vera e propria bagarre è bastato un attimo. Il Partito democratico ha subito accusato il Movimento 5 Stelle:"La vostra parola non vale nulla". Il democratico Emanuele Fiano, artefice dell’impianto della riforma elettorale (non a caso ribattezzata Fianellum) è andato giù duro: "I traditori sono stati i pentastellati, ecco la prova in una foto". Dai banchi del Movimento 5 Stelle si sono levate subito urla di protesta al grido di "Libertà, libertà". Anche se il capogruppo del Movimento di Grillo, Roberto Fico ha contrattaccato: "Da irresponsabili far cadere tutto per il Trentino, sono anni che ci bocciano le cose". Alla conta finale, per la verità, mancavano anche 59 voti da Pd, Forza Italia, Lega e Svp. Nell’indecisione su cosa succederà adesso, tra voci di "l’accordo saltato, facciamo le amministrative e poi si deciderà” e chi spera in una ricucitura, la legge se ne torna in commissione mentre il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, fa capire che di urne anticipate e di scorciatoie, senza una armonizzazione dei sistemi di voto tra Camera e Senato, non se ne parla. Di punti interrogativi sul futuro della legge elettorale ma soprattutto degli italiani – che è ciò che conta – ce ne sono diversi. Chi ha fatto saltare l’accordo? Il Pd o i 5 Stelle? E Forza Italia e la Lega, cosa vogliono adesso? Chi ha fatto uscire la videata, subito fotografata e diffusa, del voto segreto in cui si vedevano rossi e verdi, ovvero i puntini dei deputati che avevano votato e come? Domande, mentre gli schieramenti si rinfacciano accuse reciproche, cui aggiungere un’altra domanda: dopo questa battuta d’arresto sulla legge elettorale il Governo Gentiloni è più forte o meno forte? Difficile prevederlo. Poche ore fa Silvio Berlusconi invitava alla responsabilità sia il M5S che il Pd, parole cui però faceva eco una presa di posizione netta di Beppe Grillo sul suo Blog. Il leader dei 5 Stelle, dopo lo stop in Aula alla legge elettorale, annotava: “Ma dai, Pd. Far saltare tutto per il Trentino Alto Adige. Ma potevate dircelo, vi davamo anche la Val d’Aosta. Poi escono questi fantasmi dal passato, questo signore di 90 anni che ancora dà moniti e dice ‘non bisogna andare alle elezioni’. (…) Dai Pd, siate sinceri. Diteci il perché. Ci sfugge un po’ questa cosa. Se ce lo dite, noi ci ritiriamo, e vi fate una leggina con lo psico-nano, con Dudu. Vi fate una bella leggina, democratica, meravigliosa, e fate quello che volete, coi vostri franchi, genuini e liberi tiratori. Prodi se li ricorda, eh!”. In questo clima, che il dialogo ricominci, seppur solo sulla legge elettorale, pare dura. Bisogna essere franchi (non tiratori).

( 9 giugno 2017 )

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