Giovedì 25 aprile 2024, ore 14:44

Quella tenuta democratica sempre a rischio

Da sempre, nella storia, le grandi migrazioni mutano le geopolitiche del loro tempo, cancellando equilibri di potere, imperi, usi, costumi. Persino leggi. Per questo se si guarda alla storia, che gli antichi (ma anche noi moderni) vedevano come "maestra di vita", non possono suonare così sorprendenti le parole pronunciate dal ministro dell'Interno Marco Minniti alla Festa dell'Unità di Pesaro. Cosa ha detto il Ministro, padre della cosiddetta dottrina Minniti che ha messo un controllo agli sbarchi (anche con il varo di un codice di comportamento e trasparenza per le ong che operano per i salvataggi in mare nel Mediterraneo)? Ha detto che sui migranti ha "temuto per la tenuta democratica Paese". "Ad un certo momento - ha spiegato - davanti all'ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci, ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri paesi europei. Quando il 29 giugno sono arrivati 12 mila 500 migranti in sole 36 ore su 25 navi diverse, la situazione era davvero difficile e io quel giorno sono dovuto tornare subito dell'Irlanda. Non potevamo continuare a gestire in questo modo i flussi migratori e abbiamo agito in modo nuovo. Ora l'Europa ci ringrazia per questo. Il Mediterraneo centrale e tornato al centro dell'attenzione dell'Unione europea". Poi Minniti ha spiegato che tutto questo non basterà da solo, se l'Ue - che sembra essersi dopo le scelte del Governo italiano un poco svegliata dal torpore sul tema immigrazione - non metterà soldi. Quanti, per fermare il flusso migratorio? Minniti fa una stima di almeno "quanto è stato speso per la rotta dei Balcani: 3 miliardi, più 3. Basterà? Questo è l'interrogativo per il futuro da porsi perché adesso il secondo tassello che il governo sembra voler mettere è quello dello ius soli da approvare, a cui anche Minniti si dice favorevole ma di cui i sondaggi di alcune settimane fa, sul tema, vedono contraria la maggioranza degli italiani. Cambierà la percezione dei cittadini, con il freno agli sbarchi? Vedremo, perché sul campo intanto avanza un terzo tema, le occupazioni abusive di immobili da parte di migranti. Minniti era partito, a Roma, con la linea dura, sgomberare ma poi ha corretto il tiro - almeno così ha spiegato nei giorni scorsi il senatore Luigi Manconi (dopo un incontro col titolare del Viminale) - nel senso che niente sgomberi se non ci sono altre case dove mandarli. Una posizione non facile visto che come ha sottolineato il giornalista Bruno Vespa potrebbe suonare come un invito ad occupare, così chi occupa per essere sgomberato si beccherebbe comunque un alloggio alternativo. Anche qui, non possiamo che fermarci ad un condizionale sul futuro, vedremo. Ma con una nota di cronaca. La tensione nel paese, in alcuni quartieri di città, verso la situazione migranti non è ancora sopita. Proprio nelle scorse ore a Roma, in via del Frantoio (al Tiburtino III) ci sono state tensioni tra migranti e residenti, con un eritreo ferito. Poco prima dell'una del mattino circa cento residenti del quartiere si sono radunati di fronte all'ingresso del centro della Croce Rossa (Cri), in via del Frantoio. Un uomo eritreo è stato trasportato d'urgenza al pronto soccorso, ferito alla schiena da una coltellata: non è in pericolo di vita. Le motivazioni alla base della rivolta mentre scriviamo sono ancora al vaglio delle forze dell'ordine, allertate subito dagli operatori della Croce Rossa. Secondo una prima ricostruzione il parapiglia sarebbe scaturito dal gesto dell'uomo eritreo poi ferito, che intorno alle 22 avrebbe lanciato dei sassi in strada contro dei ragazzi del quartiere, scatenando la reazione della cittadinanza. L'uomo, fa sapere la Cri, "non era più un ospite del centro": era stato espulso una settimana fa a causa del suo carattere problematico. I giovani bersagliati dai sassi avrebbero chiamato i genitori, che sarebbero subito entrati al centro della Cri per chiedere conto dell'accaduto, seguiti poco dopo da circa 100 residenti del quartiere riuniti in protesta in strada. Di certo, all'orizzonte, ed è una considerazione politica, si profila un futuro da evitare: che anche l'Italia di ritrovi nelle sue città quartieri come le banlieu francesi. Ed evitarlo spetta alla politica.

( 31 agosto 2017 )

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