Roma, 2 lug. (askanews) - Infatti, come ha evidenziato la Corte dei Conti, la nostra Pubblica Amministrazione, prosegue l'associazione, sta adottando una prassi sempre più consolidata; liquida le fatture di importo maggiore entro i termini di legge, mantenendo così il tempo medio di pagamento ponderato entro i limiti previsti dalla norma, ma ritarda intenzionalmente il saldo di quelle con importi minori, penalizzando, in particolar modo, le imprese fornitrici di prestazioni di beni e servizi con volumi bassi; cioè le piccole imprese".
L'Ufficio studi della Cgia ricorda che i mancati pagamenti appena descritti non includono anche quelli ascrivibili alle regioni, agli enti locali (province, comuni, comunità montane, eccetera) e alla sanità. Settori, questi ultimi, che da sempre presentano tempi di pagamento (medi e ponderati) e debiti commerciali nettamente superiori a quelli registrati dallo Stato centrale. Pertanto, la denuncia sollevata è solo la punta dell'iceberg di un malcostume che, purtroppo, attanaglia tutta la nostra PA".
Lo stock dei debiti commerciali di parte corrente dell'intera nostra Pubblica Amministrazione (PA) continua a crescere: nel 2021, ultima rilevazione presentata nei mesi scorsi, ha toccato il record di 55,6 miliardi di euro. "Una cifra che rapportata al nostro Pil nazionale è pari al 3,1 per cento: nessun altro Paese dell'UE a 27 registra uno score così negativo", si sottolinea. (segue)