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Banche

Unicredit, raggiunto accordo su 2.700 uscite volontarie, via libera a 700 assunzioni

Unicredit e sindacati, dopo due giorni di confronto, raggiungono l’accordo sulla gestione della seconda fase del piano industriale 2014-18 del gruppo. L’intesa prevede 2.700 uscite, tutte volontarie, come richiesto dalle sigle sindacali. Al stesso tempo si dà il via libera a 700 assunzioni di giovani.

"Tenuto conto delle attuali difficoltà del settore, l’intesa - dichiara Pierluigi Ledda, segretario nazionale First Cisl - è assolutamente positiva, sia per quanto riguarda le condizioni di accesso all’esodo volontario del personale, sia sul versante della definizione del premio aziendale che globalmente è superiore allo scorso anno".

"Da sottolineare poi - continua Sandra Paltrinieri, segretario responsabile First Cisl Gruppo Unicredit - l’aver ottenuto la stabilizzazione di 450 apprendisti e 700 nuove assunzioni per garantire un positivo turn over di personale".

"Questo accordo guarda al futuro e alla solidarietà generazionale", afferma Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi. Per i 540 tagli (circa 470 i dirigenti coinvolti) del nuovo piano, invece, la trattativa corre in parallelo e l’accordo è previsto in una fase successiva. Nel dettagli dell’intesa chi aderirà al piano esodi riceverà a titolo d’incentivo tre mensilità e mezzo, con clausola di salvaguardia in caso di cambiamento delle regole previdenziali.

Nell’ambito dell’accordo, è stato anche negoziato il premio aziendale e l’assegnazione di un tablet per ogni dipendente. L’importo del premio sarà di mille euro, perchè detassato, nel caso il lavoratore scelga di investire la somma in spesa di welfare o in alternativa di 650 euro qualora opti per la forma cash. Infine, con l’accordo l’azienda si è impegnata a sottoscrivere un’intesa esigibile sulle pressioni commerciali. Ora l’attesa è sui conti che Unicredit licenzierà il prossimo 6 febbraio. Gli analisti vedono un rosso di 140 milioni nel quarto trimestre e per l’intero anno un utile di 1,4 miliardi (i 9 mesi mesi si erano chiusi con un utile a oltre 1,5 miliardi). La perdita, secondo gli addetti ai lavori, deriva da elementi straordinari quali il piano esuberi (oltre 18mila i tagli a livello di gruppo), le cessioni e il costo di salvataggio delle 4 banche (Etruria, Banca Marche, Carife, Carichieti).

( 5 febbraio 2016 )

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