Quando pensiamo a Parigi, solitamente ci vengono in mente quattro o cinque immagini: la Tour Eiffel, la cattedrale di Notre Dame, il museo del Louvre, il quartiere di Montmartre e… la Senna. Al fiume che attraversa e taglia in due la Ville lumière è dedicato un interessante e piacevole libro (“La Senna – Storia e mito”, Guanda) di Elaine Sciolino. Giornalista americana, trapiantata da anni in Francia (nel 2010 ha ricevuto la Legione d’Onore), l’autrice accompagna il lettore in un viaggio nello spazio e nel tempo, lungo i 777 chilometri che la Senna percorre dalle sorgenti in Borgogna fino al mare, al canale della Manica, nei pressi di Le Havre. In realtà, la maggior parte delle pagine sono dedicate a Parigi, al legame con il suo fiume, nei secoli teatro e spettatore di tanti avvenimenti e delle gesta di personaggi di ogni tipo, che è anche nello stemma della città, raffigurante un battello in navigazione, sotto il motto latino “Fluctuat nec mergitur” (E’ sbattuta dalle onde, ma non affonda). La Senna e Parigi sono un tutt’uno, è così da sempre: le sue acque hanno favorito lo sviluppo dei primi insediamenti umani e, qualche migliaia di anni dopo, il 15 aprile 2019, hanno aiutato la Brigade de Saupeurs-Pompiers a spegnere l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame. Il libro rimbalza nei secoli e nei luoghi ed è ricco di curiosità, aneddoti, angolazioni: quanti sono i ponti della Senna? E’ pulita? E’ balneabile? Si può pescare? Chi la naviga(va)? Com’è di notte? Chi vigila sulla sua sicurezza? Quali canzoni o romanzi ha ispirato? Quali film sono stati girati sulle sue rive? Quando ha inondato la città? Cosa c’entra con il sesso? Che rapporto ha con la morte? Un capitolo è poi dedicato a una delle figure più iconiche (oggi forse un pò turistiche): i bouquinistes, i venditori di volumi usati e antichi che da centinaia di anni popolano il lungo Senna. Attualmente se ne contano circa duecentoquaranta, per un totale di trecentomila testi accatastati nelle tipiche “scatole” di metallo verde che aprono al mattino e richiudono la sera. Non se la passano tanto bene, ma resistono. Perché amano i libri e perché lavorano affacciati sul fiume “più romantico del mondo”.