Martedì 16 aprile 2024, ore 21:16

Le conseguenze del Covid

L’insostenibile leggerezza della profetica realtà distopica

Assistiamo agli eventi, chiusi in casa nostra. Assistiamo, ecco. E forse il problema sta proprio in quel monadismo dell’assistere e nella inazione. Ormai l’allarme è in tutto il mondo: è inevitabile; in futuro le persone rimarranno sempre più sole, sempre più deboli e mentalmente manovrabili perché private della forza insita nella socialità intrinseca all’essere umano. Anche nella buona sanità era così: la persona era al centro di tutto. C’era il contatto, il tatto, la visita. Lo sguardo rassicurante e il sorriso del medico, senza quella sterile mascherina. L’incontro fisico. C’era la volontà di superare i problemi insieme, senza far sentire il paziente un codice alfanumerico. Ma il futuro è senza dubbio oggi oscuro, caratterizzato dall’avvio della quarta rivoluzione industriale, il Great Reset lanciato a Davos. “C’è un urgente bisogno che gli attori globali cooperino per gestire simultaneamente le conseguenze dirette della crisi Covid. Per migliorare lo stato del mondo, il World Economic Forum sta iniziando The Great Reset” è l’introduzione al video del Wef, che a molti oggi evoca George Orwell. Ma più che Orwell, forse dovremmo piuttosto ricordare Aldous Huxley, scrittore e filosofo britannico che a inizio del ventesimo secolo raccontò ne ”Il mondo nuovo” una angosciante visione di una società del futuro denominata Stato Globale, governata dalla scienza e dall’efficienza, in cui le emozioni e l’individualità sarebbero state cancellate e le relazioni personali ridotte al minimo. In un discorso tenuto nel 1961 alla California Medical School di San Francisco, Huxley predisse che ”in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico farà amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”. Parole fatali. Huxley predisse la capacità della tecnologia di aggirare la ragione e manipolare i comportamenti attraverso strumenti subliminali. Con buona pace del progresso. Le idee di Huxley sembrano aver predetto la pianificazione tecnocratica. Oggi basta dare un’occhiata proprio all’agenda 2030 del World Economic Forum laddove include un’insolita frase: ”Non possederai nulla e sarai felice”. Huxley previde la centralizzazione di ricchezza, potere e controllo da parte di una élite; emozioni ed individualità cancellate e relazioni personali della massa ridotte al minimo. Di conseguenza, l’unico antidoto per proteggersi da tutto ciò sembra il decentramento. Nel suo libro parlò di bambini clonati, di procreazione naturale proibita, di assenza di unità familiari.
Lo “Stato Globale” di Huxley prende ora forma dell’agenda transumanista della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, tessuto finemente con una rete di sorveglianza costante e di controllo esterno di cui tuttavia la massa finirà per compiacersi e che troverà inevitabile per lo svolgimento dei più elementari diritti che rivoluzioni storiche avevano chiesto in bagni di sangue. Huxley fa notare che, mano a mano che la tecnologia diventerà più complessa ed intricata, per gestirla sarà necessario creare organizzazioni gerarchiche sempre più elaborate e una forte macchina della propaganda. Applicata alle istituzioni economiche, il rischio sociale è devastante. Un nuovo sistema economico globale rischia di impoverire e portare tutti alle soglie di una vera e propria schiavitù. Diversa la concezione dello studente di Huxley, George Orwell (vero nome Eric Blair), autore di un altro classico distopico – “1984,” pubblicato nel 1949. Entrambe i saggi, “1984” e “Il mondo nuovo,” prevedono un futuro privo di tutto ciò che noi associamo ad una vita salutare, libera, creativa.
Entrambe le minacce - quella dell’autoritarismo imposto dall’esterno e del controllo previsti da Orwell e quella della programmazione sovversiva e subliminale attraverso il futile e piacevole intrattenimento proposta da Huxley - sono oggi attualissime. La cultura dei due scrittori e la loro provenienza familiare ha consentito loro di comprendere il trend dell’ingegneria sociale più consona all’ottenimento di risultati ed obiettivi di sfruttamento e controllo.
Nella proposta dell’agenda 2030 del Word Economic Forum, ad esempio, la tacita allusione è che le risorse mondiali saranno possedute e controllate da una élite tecnocratica, e che noi dovremo pagare per l’utilizzo temporaneo di qualsiasi cosa, che esso sia un leasing, o un affitto. Nulla più ci apparterrà, in una meravigliosa felice convenienza. Tutti i beni e le risorse saranno sì usate in modo collettivo, ma la vera proprietà verrà concentrata in una ristretta compagine al vertice delle classi sociali.
Raffaella Vitulano

( 25 marzo 2021 )

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