Giovedì 25 aprile 2024, ore 16:28

Effetto guerra 

Agroalimentare in crisi, risposte necessarie 

L'Italia si deve attrezzare per non dipendere più dalle forniture di Mosca, spostandosi su altri mercati, aumentando i rigassificatori, e raddoppiando fino a 5 miliardi la produzione italiana di gas da destinare a prezzi calmierati alle imprese, un terzo almeno alle Pmi. Ma in cima alla lista del Governo c'è anche la tutela del tessuto produttivo, colpito non solo dai rincari dell'energia ma anche da quelli delle materie prime, sempre meno disponibili. Nel question time di mercoledì alla Camera il premier Draghi ha sottolineato in particolare la questione dell'agroalimentare. “Soprattutto i recenti provvedimenti presi da altri Paesi europei impediscono l'approvvigionamento di grano tenero, di mais e di altre semenze, essenziali per la produzione italiana”, ha detto Draghi, per il quale “occorrerà procedere con una strategia che per certi aspetti è simile a quella con il gas: diversificare rapidamente le fonti di approvvigionamento. Non è facile far questo sulla base degli esistenti regolamenti comunitari, come non è facile aumentare la superficie coltivabile sulla base degli esistenti regolamenti comunitari”.
E giovedì in Consiglio dei ministri c'è stata un informativa del ministro dell'Agricoltura Patuanelli sulle conseguenze per la filiera della crisi ucraina. L'aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici “sta progressivamente erodendo la redditività dell'attività economica: il settore agroalimentare non riesce più a redistribuire gli aumenti lungo la filiera produttiva”. Patuanelli ha proposto alcuni immediati interventi per assicurare un efficace sostegno alle aziende del settore agroalimentare. In ambito nazionale, il Ministro propone di incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole; garantire una moratoria alle scadenze dei termini relativi all'indebitamento in essere con istituti di credito o altri operatori; adottare misure per sostenere la domanda all'interno del mercato agroalimentare; sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali e finanziare specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte alla crisi, anche attraverso la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro.
In ambito europeo “è indispensabile avviare con urgenza un confronto per il riorientamento della Politica agricola comune e la deroga sulla disciplina degli aiuti di Stato per l'agroalimentare”. In particolare, ha sottolineato Patuanelli, “tenuto conto dell'esigenza di riorientare gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche occorre: posticipare l'entrata in vigore delle misure introdotte nella Pac volte a limitare la produzione; incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l'Ue non è autosufficiente (proteine vegetali, cereali, etc.); consentire l'utilizzo a fini produttivi delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea". Secondo il Ministro occorrono interventi ”sul modello dell'emergenza Covid, per autorizzare aiuti di Stato in deroga.
Al Cdm è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti. Con altri aumenti dei costi di materie prime e semilavorati, oltre all'impennata dell'energia, “si rischia di compromettere definitivamente la sopravvivenza delle imprese, provocando una crisi anche in termini occupazionali”. Giorgetti ha proposto un fondo ad hoc per i settori più colpiti. Sul tavolo anche la richiesta di pensare al divieto di esportazioni di prodotti indispensabili da accompagnare a dazi, da valutare con la Ue. C'è poi la ricerca di fornitori alternativi e lo stoccaggio dei beni essenziali, sulla falsariga di quanto già si fa con l'energia.
Giampiero Guadagni

( 10 marzo 2022 )

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