Giovedì 25 aprile 2024, ore 5:51

Lavoro 

Ammortizzatori, riforma sulla strada giusta 

Decalage più lungo per la Naspi (la vecchia indennità di disoccupazione) spostato dal sesto mese. Unico massimale per tutti i trattamenti (Cassa integrazione, assegno ordinario e Naspi) a 1.199 euro (rispetto ai 998 euro di oggi). Assegno familiare per tutti. Rafforzamento del contratto di solidarietà. Sono le principali novità della bozza di riforma degli ammortizzatori sociali presentata mercoledì sera dal Ministro del Lavoro Orlando alle parti sociali. Una riforma, che dovrebbe scattare il primo gennaio del prossimo anno, e che punta sulla fine della cassa in deroga e sulla creazione di un sistema di protezione sociale universale ed esteso a tutte le imprese. Fino allo stesso lavoro autonomo, per il quale è previsto un incontro ad hoc il prossimo 28 aprile.
L’obiettivo è dunque quello di assicurare l’integrazione salariale a tutti i lavoratori subordinati. Il trattamento economico sarà uguale per tutti, la durata dipenderà dalle dimensioni d’impresa. L’integrazione al reddito sarà estesa anche agli apprendisti e ai lavoratori a domicilio. La durata massima della Cig rimane la stessa: 24 mesi nel quinquennio mobile, elevabile a 36 nel caso di ricorso ai contratti di solidarietà (30 e 42 mesi per l’edilizia). L’importo sarà aumentato prevedendo un massimale di 1.199 euro mensili rispetto agli attuali 998,18 euro lordi previsti per retribuzioni mensili fino a 2.159,48 euro. La Cig ordinaria resterà di 52 settimane nel quinquennio mobile, l’assegno ordinario di 26 settimane. La cassa straordinaria sarà estesa a tutte le imprese con oltre 15 dipendenti.
Non si conosce ancora il costo complessivo della riforma degli ammortizzatori. Sarà un confronto tra Orlando ed il Mef infatti e definire il range di risorse con cui finanziare il progetto.
Un progetto che, sottolinea Orlando, ”mira a definire un sistema equo, sostenibile e capace di far fronte alle trasformazioni. Si tratta della più avanzata ipotesi di universalismo possibile”.
I sindacati apprezzano la proposta. Per la Cisl ”tiene conto delle esigenze da noi espresse relativamente all’ingresso dei datori di lavoro sotto i 6 addetti nel sistema della cassa integrazione e al potenziamento di Naspi e DisColl per tutelare meglio i lavori discontinui, nell’ottica di una tutela universalistica”. Positivi inoltre gli approfondimenti promessi su lavoro autonomo, agricoltura, spettacolo, la valorizzazione dei contratti di solidarietà, l’attenuazione del decalage della Naspi, ”anche se si può fare di più”. Un giudizio definitivo sarà comunque possibile solo dopo avere conosciuto le indicazioni relative alle singole gestioni, comprese quelle dei fondi settoriali bilaterali, e alla ripartizione dei costi.
Per la Cgil ”siamo entrati nel vivo della discussione” e al momento ”è condivisibile l'impostazione proposta dal Ministero, che mira all'inclusione di tutti i lavoratori nel sistema di protezione degli ammortizzatori, soluzione finora non scontata”. Corso Italia apprezza la volontà di valorizzare lo strumento dei contratti di solidarietà sia per contrastare i licenziamenti che per governare i processi di trasformazione.
Sulla stessa linea la Uil ”le tutele in costanza di rapporto di lavoro continueranno ad essere garantite dalla Cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, con piccoli ma importanti ritocchi che hanno l’obiettivo di renderle più fruibili e robuste a partire dalla reintroduzione nel nostro ordinamento della Cigs per cessazione”. Intanto l’Inps fa sapere: da aprile 2020 a marzo 2021 sono state autorizzate complessivamente per emergenza sanitaria 5.016,7 milioni di ore: 2.259,5 milioni di cig ordinaria, 1.728,4 milioni per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 1.028,8 milioni di cig in deroga.
Se la partita ammortizzatori è incanalata sulla giusta strada, resta ancora in alto mare la questione del blocco dei licenziamenti. L’ipotesi di una nuova proroga oltre il 30 giugno continua a dividere le parti sociali. Sindacati e Confindustria, infatti, hanno confermato ancora oggi la distanza sul tema. Toccherà al ministro del Lavoro sciogliere il nodo e trovare un terreno comune d’intesa.
Giampiero Guadagni

( 22 aprile 2021 )

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