I dati Istat allarmano i sindacati. Sottolinea il leader Cisl Sbarra: ”Occorre una nuova politica dei redditi con un accordo triangolare che punti al rilancio della crescita, di salari e pensioni, dell’occupazione, sostenendo comparti strategici industriali, rinnovando i contratti, sbloccando gli investimenti pubblici e privati. Bisogna ridurre le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie”.
Aggiunge il numero uno di Via Po: ”La stretta russa sul gas evidenzia l’urgenza soprattutto di elevare l'indipendenza energetica dell’Europa e dell'Italia con il rilancio delle fonti rinnovabili, dell’idrogeno, dei combustibili verdi, delle economie circolari, dell’aumento dell'efficienza energetica. Ora sono chiare le ragioni delle nostre battaglie per aumentare la produzione di gas nazionale. Posizioni avversate per anni dai soliti professionisti del no. Con i risultati disastrosi sotto gli occhi di tutti”.
Conclude Sbarra: ”Il nostro Paese, la Ue e tutta comunità internazionale devono fare ogni sforzo politico e diplomatico per fermare l'escalation della crisi russo-ucraina. L’allarme lanciato dall’Onu non può essere sottovalutato: il rischio di un grande conflitto in Ucraina è reale e deve essere scongiurato a tutti i costi. Lo scoppio di un conflitto non solo avrebbe delle conseguenze disastrose per la vita di milioni di persone, ma porterebbe ancora più in alto i costi dell’energia in tutti i Paesi europei, facendo salire ancora un'inflazione che già sta mettendo a dura prova risparmi e potere d'acquisto, infierendo soprattutto su famiglie, lavoratori e pensionati deboli. Le misure predisposte in questi giorni dal nostro Governo sono positive, ma rischiano di essere insufficienti se non si interviene strutturalmente sulle cause che stanno causando la fiammata inflattiva. Limitarsi a rincorrere i prezzi è una illusione”.
C'è un altro effetto del caro energia. E riguarda l'occupazione. Sono 318 mila le entrate programmate dalle imprese nel mese di febbraio, in diminuzione di circa 140 mila unità rispetto ad inizio d'anno anche se - grazie alla riapertura di tutte le attività economiche - in marcato aumento rispetto a febbraio 2021 (+102 mila unità; + 47,0%) quando erano in vigore più ampie restrizioni per il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale era ancora agli esordi. È quanto emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal che mostra come a frenare la domanda di lavoro siano appunto le prospettive meno incoraggianti legate ai rialzi dei costi energetici e alle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, nonché la persistente difficoltà a reperire manodopera. Le maggiori incertezze si riflettono su tutti i comparti del manifatturiero con una flessione pari a -29,5% su base mensile, pur conservando una tendenza positiva rispetto a un anno fa (+27,4%).
Giampiero Guadagni