Giovedì 18 aprile 2024, ore 8:50

Economia 

Caro prezzi, la via della contrattazione 

Il 78% degli italiani teme una perdita potere di acquisto. È quanto emerge da un rapporto del Censis. Dunque tra la corsa dell’inflazione e il basso livello dei salari, è quanto mai urgente rafforzare la contrattazione e le retribuzioni. Il ministro del Lavoro Orlando incontra sindacati e Confindustria e conferma la necessità di agire in questa direzione. Sul tavolo anche la discussione sul salario minimo (i sindacati confermano il no ad una legge) e la rappresentanza, su cui andrà avanti il confronto. Un lavoro istruttorio rispetto a quello che si definirà al tavolo a Palazzo Chigi che sarà convocato dal premier Draghi dopo Pasqua con le parti sociali.
I sindacati chiedono di recuperare l’inflazione, che con i livelli attuali erode sempre di più il potere d’acquisto delle retribuzioni, rivedendo il meccanismo alla base dei rinnovi dei contratti nazionali che è l’Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo) calcolato al netto dei prezzi dei beni energetici importati, che oggi invece sono quelli più in salita.
Aumentare i salari ed evitare la spirale inflattiva e l'aumento del costo del lavoro, è la posizione di Confindustria, che sollecita ”una risposta di sistema, un patto a tre”. Tra le priorità di Vjale dell’Astronomia il taglio del cuneo fiscale. La crescita del costo del lavoro senza la crescita della produttività ”non è sostenibile. Siamo in un momento molto difficile”, rimarca il vicepresidente Stirpe.
Un’altra via per sostenere le buste paga potrebbe essere quella di agire sulla leva fiscale, prevedendo la detassazione degli aumenti contrattuali, come avviene per la contrattazione di secondo livello con i premi di produttività e per il welfare. Una via non esclusa sulla carta: la discussione non si esaurisce sul tema della contrattazione, ”se a questa si accompagnano anche dei tagli al costo del lavoro e al cuneo fiscale è ancora meglio, una cosa non esclude l'altra”, afferma Orlando.
”Un incontro ancora molto interlocutorio”, commenta il segretario confederale della Cisl Romani, che aggiunge: ”Il Ministro ci ha proposto un percorso per individuare una norma su quale sia il contratto che determina un trattamento economico minimo complessivo da applicare ad un determinato settore. Un contratto pilota per ogni settore al di sotto del quale non si può andare. Un principio condivisibile, ma la costruzione è complessa. Proseguiremo il confronto. Sulla rappresentanza siamo più distanti e abbiamo ribadito la contrarietà della Cisl ad una legge”.
Da parte sua il leader della Cgil Landini spiega: ”La proposta è di discutere su come dare efficacia erga omnes ai trattamenti economici e di un possibile intervento sulla rappresentanza. Noi siamo interessati alla validità erga omnes dei contratti”.
Intanto il segretario generale della Uil Bombardieri fa sapere che è stata fissata la data della riunione sui navigator il 21 aprile. Incontro che potrebbe essere anticipato al 19, in base agli impegni del ministro. Se non si trova una soluzione, il primo maggio saranno licenziati 1800 professionisti”.
La forte accelerazione dell’inflazione, condizionata dall'andamento dei prezzi dei beni energetici, costituisce ancora ”il principale rischio al ribasso a cui si associano i possibili effetti negativi legati al rallentamento del commercio internazionale e all'apprezzamento del dollaro”. È quanto sottolinea l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell'economia italiana. Nonostante l'accelerazione dell'inflazione, tuttavia, l'attuale tasso di investimento, tornato ai livelli del 2008, e l'ancora elevata propensione al risparmio potrebbero rappresentare punti di forza per lo sviluppo dell'economia nei prossimi mesi. Il conflitto tra Russia e Ucraina ”ha aumentato l'incertezza e accentuato fortemente le tensioni nei mercati delle materie prime”. L’Istat segnala anche che in Italia, a febbraio, la produzione industriale ha segnato un deciso rimbalzo congiunturale. Ipotizzando per marzo un livello dell'attività economica uguale a quello di febbraio, nel primo trimestre 2022 la produzione industriale si sarebbe ridotta dello 0,9%.
Quanto al mercato del lavoro, i segnali a febbraio sono rimasti positivi con un aumento dell’occupazione e una flessione della disoccupazione e dell'inattività. Tuttavia, le attese delle imprese sull’andamento dell'occupazione iniziano a presentare segnali meno favorevoli. Nel dettaglio, rispetto al mese precedente, a febbraio, è aumentata l'occupazione (+0,4%, pari a +81 mila unità), ed è diminuito il numero di persone in cerca di lavoro (-1,4%, pari a -30 mila unità) e di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,6%, pari a -79 mila unità). L'incremento dell'occupazione si è accompagnato a una ricomposizione a favore dei dipendenti a termine (+133 mila unità) e degli indipendenti (+56 mila unità) ”verosimilmente legata ai miglioramenti dell'occupazione nelle costruzioni dove la loro l'incidenza è più elevata”.
Di quadro economico ”molto incerto, con forti rischi” ha parlato anche il ministro dell’Economia Franco, illustrando il Def 2022 alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il Govern, ha detto, ”non solo varerà nuovi sostegni a breve, ma si tiene anche pronto ad intervenire nel caso in cui la nuova crisi, che ha investito tutti i Paesi europei, dovesse perdurare”. Ma ”l’attenzione alla spesa deve restare alta, perché non si può compromettere la crescita futura”. Il nuovo decreto in arrivo, ha ribadito Franco, sarà fatto con i margini ricavati nel Def e cioè 0,5 punti di Pil. Lo scostamento di bilancio, con il rischio che faccia rialzare i tassi di interesse sul debito, ”è dunque un’eventualità da valutare con molta attenzione”.
Quanto al cuneo fiscale ”è uno dei problemi più importanti del sistema fiscale italiano. Quello italiano è uno dei più ampi, quindi andrebbe ridotto. Ovviamente servono risorse”.
Intanto la Commissione europea ha versato all’Italia la prima rata da 21 miliardi di euro per il Pnrr, dando seguito alla valutazione positiva della richiesta di pagamento presentata da Roma a fine dicembre, che ha certificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti nel Pnrr per il 2021. La rata, che segue l'erogazione nel mese di agosto di 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento, ha un valore complessivo di circa 24,1 miliardi di euro, con una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti pari a 12,6 miliardi. Osserva il Mef: “Il pagamento della prima rata rappresenta un ulteriore passaggio nel percorso di attuazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano. Interventi che permetteranno di accelerare la transizione ecologica e digitale, rafforzare il sistema produttivo, modernizzare la pubblica amministrazione, ridurre i tempi della giustizia e accrescere la dotazione di infrastrutture del nostro Paese”.
Sottolinea la presidente della Commissione europea von der Leyen: “Finora l’Italia ha compiuto progressi sufficienti con le riforme necessarie per rendere l'economia e la società del Paese pronte per il futuro”. L’Italia è la principale beneficiaria del Next Generation Eu e riceverà complessivamente 191 miliardi di euro.
Giampiero Guadagni

( 13 aprile 2022 )

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