Il Pil italiano è in risalita ma i livelli pre-crisi sono ancora molto lontani. Infatti, proseguendo la crescita al passo attuale, il recupero dei livelli persi nel corso della crisi si concluderebbe nel 2021. È quanto rileva il Centro studi di Confindustria nel rapporto sugli scenari industriali. Nel secondo trimestre del 2017 il livello del Pil "è risultato inferiore dell’1,8% rispetto al secondo trimestre del 2011, picco precedente, e del 6,4% rispetto al primo trimestre del 2008, massimo pre-crisi".
Nel report il CsC sottolinea inoltre che nonostante una dinamica del Pil più robusta delle attese, la crescita dell’economia è ancora inferiore a quella degli altri paesi europei e il differenziale rimane elevato rispetto all’area euro. Nel 2017 è pari allo 0,7%, comunque meno della metà dell’1,5 del 2015.
Nello scenario mondiale dei principali produttori manifatturieri, l'Italia si conferma al settimo posto nel 2016, nella classifica del Centro studi di Confindustria, e seconda potenza industriale europea dietro alla Germania, al quinto posto. In testa rimangono Cina e Stati Uniti.
Il Csc segnala che "il recupero dell'industria italiana sta avvenendo nonostante una crescita ancora troppo debole dei prestiti alle imprese" e il costo del lavoro (Clup) "che dal 2007 al 2016 è aumentato di un corposo 15,2%". Il Pil italiano è in risalita ma i livelli pre-crisi sono "ancora molto lontani" e con "la crescita al passo attuale il recupero dei livelli persi durante la crisi si concluderebbe nel 2021". L'occupazione nel manifatturiero italiano è complessivamente "calata di quasi 800 mila unità (-17,1%)" dall'autunno 2017 all'inverno 2015 anche se dalla primavera del 2015 "si osserva un cambiamento di rotta: il monte ore lavorate è aumentato del 5,2% (fino a metà 2017), soprattutto per l'allungamento degli orari di lavoro.
Situazione ancora stagnante sul fronte dell’accesso al credito per le aziende. Il Centro studi di Confindustria spiega infatti che i livelli del credito alle imprese nel 2017 restano molto depressi: nel manifatturiero sono cresciuti dello 0,2% in sette mesi, meglio di altri settori. A causa del calo nella fase precedente lo stock però resta inferiore del 19% nel manifatturiero rispetto ai massimi del 2011 (-45 miliardi).
La situazione «è nettamente migliorata al netto degli Npl - ha detto Luca Paolazzi - quindi un po’ di crescita c'è, ma "rispetto ai livelli pre-crisi c'e' un abisso".