Giovedì 25 aprile 2024, ore 13:23

Consiglio generale

Crisi, rappresentanza e pensioni ai lavori della Fai Cisl

Crisi, pensioni, rappresentanza. E poi una approfondita disamina sulle articolate questioni che riguardano l’attività di contrattazione, il contrasto al caporalato, la bilateralità settoriale, il comparto forestale e ambientale. È stato un consiglio generale di ampio respiro quello celebrato questa mattina dalla Fai Cisl nazionale a Genova, alla presenza della Segretaria Generale Cisl, Annamaria Furlan.

Nella relazione introduttiva, il leader della federazione nazionale Luigi Sbarra ha rilevato come, per guadagnare la ripresa occorra "entrare in una stagione di responsabile collaborazione sociale alle decisioni su obiettivi strategici condivisi”. Una sfida che va colta anche in Europa, che ha oggi il dovere di muoversi “verso una più forte coesione politica” anche per fronteggiare “una barbarie terroristica senza confini”.

I comparti agroalimentari-ambientali “si confermano motori irrinunciabili di crescita”. Tutelarli significa “operare sul piano nazionale ed Europeo, valorizzando il ruolo dell’Effat, dall’Etf e dalla Ces. La dignità del lavoro va messa al centro anche definendo indispensabili clausole anti-dumping sul Ttip, che “senza le necessarie garanzie non va siglato”.

Dopo la manifestazione nazionale a Bari, continua la mobilitazione contro il caporalato: "chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per approvazione il ddl 2217 prima della pausa estiva". Al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, che ha detto di solidale ai manifestanti, “diciamo che un modo di dimostrarlo c’è: porre un freno sui voucher e passare alla fase operativa del Patto del Viminale del 27 maggio”.

Rilevante e positivo, nel settore dell'industria alimentare, “il lavoro di implementazione delle funzioni del Fasa per sostenere il reddito dei lavoratori che perdono impiego entro due anni dall'età pensionabile”.

Altra battaglia in corso della Fai Cisl riguarda i lavoratori forestali. “La Fai sostiene e promuove un Piano Nazionale che punti a programmazione, progettualità, investimenti, salvaguardia dei posti di lavoro, certezza delle retribuzioni e integri la questione contrattuale, restituendo una controparte pubblica solida e credibile al tavolo della trattativa sul rinnovo del Ccnl”.

L’azione della Fai continua inoltre “ai tavoli della panificazione, dell'artigianato alimentare, dei consorzi di bonifica, di quelli agrari, degli impiegati agricoli, dei Cpl agricoli, delle cooperative agricole, della cooperazione pesca”. Bisogna poi “riconquistare il tavolo dell'Associazione allevatori e sostenere la mobilitazione unitaria per il rinnovo dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica”.

Sul fronte pensionistico, "consideriamo imprescindibile riformare una normativa che non riconosce lo status di lavoro usurante, rischioso o faticoso ai lavoratori dell’agricoltura, della pesca, dell’industria alimentare. C’è poi una partita fondamentale che riguarda decine di migliaia degli esodati stagionali agricoli ai quali occorre dare subito risposta".

Nelle conclusioni, Annamaria Furlan ha evidenziato “lo splendido lavoro svolto da Sbarra e dalla Segreteria Nazionale della Fai Cisl” anche nella direzione “dell’unità e della coesione interna e confederale”. Passando all’analisi dello scenario internazionale ha rimarcato come l’Italia e l’Europa si trovino “a un punto di snodo”, di fronte al quale l’Unione deve tornare “a parlare al cuore e alla mente delle persone” se non vuole essere percepita come qualcosa di “molto distante, se non addirittura di nemica delle ragioni dello sviluppo e della coesione” . Per promuovere e rafforzare le ragioni di un’Europa davvero coesa, “ protagonista irrinunciabile di pace mondiale”, serve per questo una campagna informativa che coinvolga “tanto la Confederazione quanto le Categorie, a partire dalla Fai”. Opera di divulgazione che è necessaria anche sul tema delle Riforme Istituzionali: dagli attori della politica e dei media “c’è troppa speculazione e poche discussioni di merito, sta a noi fare questo lavoro nei confronti dei nostri associati”. In particolare, Furlan rileva “elementi positivi” invocati dalla Cisl da anni, quali “il taglio dei costi improduttivi della politica”, e la rivisitazione di un Titolo V “che ha portato la legislazione concorrente a bloccare il Paese”. La leader del sindacato di via Po è invece critica invece sull’abolizione del Cnel: “l’Italia rimarrebbe l’unico paese europeo a non avere una istituzione del genere”. In tema di sviluppo, Furlan ha richiamato l’importanza della contrattazione e della rivalutazione delle pensioni nella sfida del rilancio della domanda aggregata: “sono 8 milioni le persone con contratti scaduti, a dicembre se ne aggiungeranno altri quattro”. La crescita si realizza “con un nuovo modello di relazioni sindacali che valorizzi la contrattazione di secondo livello e che tuteli il potere d’acquisto dei lavoratori” e con la “necessaria rivalutazione delle pensioni”. “Se non diamo risposte a loro e ai pensionati, è complicato pensare che quel 75 per cento di imprese che si rivolge al mercato interno possano incrementare le vendite”. Strategici per questo i tavoli aperti con il governo su pensioni e politiche del lavoro: “accanto alla flessibilità in uscita chiediamo di ridiscutere il tema dei lavori usuranti, di portare a zero l’onerosità della ricongiunzione, di rivedere i criteri di adeguamento sull’aspettativa di vita. Per i giovani, il combinato disposto tra sistema contributivo e criteri iniqui sull’aspettativa di vita è devastante. Nel paese occorre ritrovare le ragioni di un patto generazionale che da tempo sembra perduto”.

( 20 luglio 2016 )

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