Mercoledì 24 aprile 2024, ore 23:59

Istat

Disoccupazione cala all'11,6%, -0,1% gli occupati. Pil sale a +1%

Il tasso di disoccupazione ad ottobre scende all'11,6%, con un calo di 0,1 punti percentuali su base mensile. Lo stima l'Istat, che rispetto a settembre segna una diminuzione di pari entità anche per il tasso di occupazione, al 57,2%. Andamento che si spiega con il rialzo dell'inattività, al 35,1%, in crescita di 0,2 punti a livello congiunturale. Nel mese di ottobre la stima degli occupati cala "lievemente rispetto a settembre", scendendo dello 0,1%, pari a -30 mila unità. Lo comunica l'Istat: l'andamento segna però ancora una crescita su base annua, dove, spiega, "si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati": +0,8% su ottobre 2015, pari a +174 mila.

"Il calo dell'occupazione nel mese di ottobre è determinato dai lavoratori dipendenti permanenti (-0,3%, pari a -39 mila)", i cosiddetti 'posti fissi'. L'Istat spiega che si tratta "del secondo mese di calo, dopo una crescita che proseguiva ininterrottamente da sei mesi (+1,0%, pari a +115 mila tra febbraio e agosto)". A ottobre si registra invece un aumento dei lavoratori a termine (+0,3%, pari a +7 mila), con gli indipendenti, ovvero gli 'autonomi', che restano stabili. Su base annua si conferma la "forte crescita" degli occupati dipendenti (+1,1%, pari a +194 mila), mentre diminuiscono gli indipendenti (-0,4%, pari a -20 mila), rileva sempre l'Istituto di statistica. La crescita dei dipendenti, sottolinea l'Istat, "riguarda soprattutto i permanenti (+1,2%, pari a +178 mila) ma anche quelli a termine (+0,6%, pari a +16 mila)".

In generale, il tasso di disoccupazione giovanile, under25, a ottobre scende al 36,4% (-0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente.), che è il valore più basso dallo stesso mese del 2012, ovvero da quattro anni.

“Alla leggera riduzione di occupati tra settembre e ottobre 2016 corrispondono una riduzione della disoccupazione ed un rialzo dell’inattività. Il mercato appare dunque stabile dal dato congiunturale, ma l'andamento annuo è ancora positivo, registrando 174 mila occupati in più rispetto a ottobre dello scorso anno, con un aumento dello 0,8%. Inoltre la disoccupazione giovanile scende al 36,4%, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente”, ha commentato il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni. “Nel complesso - aggiunge Petteni - possiamo dire che in questi ultimi due anni l'occupazione è saldamente cresciuta, soprattutto quella stabile, ben più del Pil: sono 604 mila a metà 2016 gli occupati in più rispetto a inizio 2015 e di questi 408 mila sono a tempo indeterminato, grazie anche all'importante sistema di incentivi messo in campo. Se è vero che questi dati sono quasi tutti stati realizzati nel 2015 è anche vero che quest'anno, con incentivi più che dimezzati, il numero di posti di lavoro a tempo indeterminato continua a non essere eroso; la cassa integrazione sta recuperando un utilizzo maggiormente fisiologico: nei primi 10 mesi del 2016 sono state autorizzate il 40,4% di ore in meno rispetto allo stesso periodo di 2 anni fa; il tasso di licenziamenti, infine sul totale degli occupati a tempo indeterminato è sceso dal 4,4% al 4,1%”.
“Restano importanti questioni da affrontare – sottolinea - a partire dalla disoccupazione giovanile ancora troppo elevata, e dal continuo aumento dei voucher che, mentre da una parte sono il segno del recupero alla regolarità di aree di lavoro sommerso , dall’altra denunciano un abuso dello strumento. Inoltre il Governo deve mettere meglio a punto il sistema dei costi e degli incentivi per le aziende che assumono e/o licenziano. Infatti con la fine del regime di mobilità si verificano la cessazione degli incentivi per i lavoratori già collocati in mobilità e l’abbassamento dei costi di licenziamento che, con il contestuale aumento dei costi di utilizzo della cassa integrazione, sposta le convenienze delle aziende in crisi verso l’interruzione dei rapporti di lavoro”.
“Proprio nelle ore in cui sta finalmente decollando l’assegno di ricollocazione, che per la prima volta attua in modo strutturato e nazionale un sistema sperimentale di politiche attive, mostrando che si può avere un approccio nuovo alle politiche del lavoro, chiediamo al Governo - conclude Petteni - di continuare a fare tutte le scelte possibili per migliorare quantità e qualità dell’occupazione”.

Altro dato. Sul prodotto interno lordo 2016 l’Istat conferma l’ottimismo del Governo, che al momento del varo della manovra aveva scomesso su un incremento per quest’anno di almeno un punto percentuale. In base all’aggiornamento delle serie tendenziali diffuse oggi l’Istituto di Statistica ha infatti rivisto al rialzo il Pil del terzo trimestre dello 0,3%, +1% sull’anno: la crescita su base annua del Pil dell'Italia non toccava cifra tonda da cinque anni. La stima preliminare del Pil italiano diffusa dall’Istat il 15 novembre scorso aveva rilevato lo stesso aumento congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,9 per cento. Il terzo trimestre del 2016 ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2015.

( 1 dicembre 2016 )

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