Martedì 23 aprile 2024, ore 8:39

Istat 

Effetto gas sul pil: al ribasso la crescita nominale 2021 

L’Istat ritocca al ribasso il Pil nominale per il 2021 per effetto dei prezzi del gas. Il Prodotto interno lordo a prezzi di mercato dello scorso anno è stato pari a 1.775.436 milioni di euro con un rialzo del 7,2% rispetto a un anno prima. Nelle precedenti stime l'Istat aveva invece anticipato un Pil nominale di 1.781.221 milioni di euro correnti, in aumento del 7,5% sul 2020. Il dato dell’Istat era considerato propedeutico alla messa a punto del quadro macroeconomico del Def, all’esame del prossimo Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi mercoledì.
Giovedì a a Palazzo Chigi il premier Draghi incontrerà i segretari generali di Cgil Cisl e Uil per fare il punto della situazione economica. I sindacati porteranno le loro richieste e proposte su inflazione, fisco, lavoro e pensioni. Ieri il leader della Uil Bombardieri ha ribadito: ”Servono sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture e soprattutto rinnovi dei contratti. Non possiamo solo dare incentivi alle aziende. Nel Paese ci sono 5 milioni di poveri, un milione di nuovi poveri solo nella pandemia. Il reddito di cittadinanza è stato utile come misura di emergenza, ma non come strumento di politiche attive”. Quanto al costo dell'energia, dice Bombardieri, ”lo paghiamo due volte, con le bollette e nel debito pubblico”.
Da Confindustria è arrivato un drastico ridimensionamento del Pil per il 2022: a prevedere una flessione di almeno 2,2 punti percentuali della crescita economica è il Rapporto di primavera del Centro studi di Confindustria che fissa il punto di arrivo a fine dicembre a +1,9% con una 'ampia revisione' dunque di quanto previsto solo lo scorso ottobre quando a detta di tutti gli osservatori la crescita interna si sarebbe attestata al + 4%. E' questo uno dei segni più evidenti dell'impatto creato dal conflitto tra Russia e Ucraina che porta con sé un'altro effetto pesante per l'industria italiana: una bolletta energetica che ha messo le ali con un possibile maggior costo di 68 mld su base annua, di cui 27 mld solo per l'industria manufatturiera rispetto ai 51 mld stimati solo poco mesi fa. Numeri che potrebbero anche peggiorare, avverte Confindustria, se il conflitto andasse avanti oltre luglio prossimo, se si materializzassero ipotesi di razionamento energetico e il Covid cominciasse a riaffacciarsi massicciamente nel Paese.
Intanto il Pnrr italiano incassa il secondo via libera di Bruxelles. Si è dunque conclusa positivamente la visita dei tecnici della Commissione Europea. L'analisi, con un focus particolare sugli obiettivi in scadenza nel 2022, evidenzia come l’avanzamento delle misure proceda in linea con le previsioni del piano, fra investimenti e riforme. Il piano ”va essenzialmente bene, ora occorre attuarlo”, esorta il ministro all’Economia Franco. Per il titolare del Mef i singoli progetti possono essere ridiscussi, l'intero piano no, perché si rischia di bloccare tutto. Semmai, il Pnrr ”va rafforzato per l’efficienza climatica e per una maggiore autonomia nazionale”. Nel breve periodo l’esigenza del Governo è stemperare l'impatto dell’aumento dei prezzi dell'energia sulle famiglie e proteggere la competitività delle imprese. Per questo sono all’orizzonte altri provvedimenti per mitigare il costo dell'energia. Quanto allo scoglio delle spese militari, potrebbe essere aggirato: all’interno del documento di economia e finanza non ci saranno riferimenti specifici.
Giampiero Guadagni

( 4 aprile 2022 )

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