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Formazione

Fondimpresa: meno vincoli e più risorse per la formazione continua

[MARKER]Alle politiche per l’innovazione avviate nel nostro Paese devono corrispondere politiche per la formazione che consentano di completare la modernizzazione degli impianti con quella delle competenze. Al convegno “Sapere dove andare”, organizzato oggi a Roma, Fondimpresa e i suoi Soci costituenti, Confindustria Cgil Cisl e Uil, rilevano ancora troppi ostacoli all’azione dei Fondi interprofessionali e chiedono scelte coerenti per la crescita e l’occupabilità.

Se l’innovazione, oggi, è determinante per l’economia e  recupero dei livelli occupazionali, altrettanto lo è la formazione. Lo dimostrano i dati Fondimpresa, presentati dal presidente Scuotto prima del dibattito tra Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil e i segretari confederali di Cgil e Cisl, Tania Scacchetti e Gianluigi Petteni: su2,8 miliardi di finanziamenti erogati dal 2007, che hanno consentito di aggiornare oltre 2,9 milioni di lavoratori, le aziende ne hanno spesi 1,4 incorsi per competitività e, appunto, innovazione.

Il Fondo ha incoraggiato e promosso la reattività delle imprese nel pieno della crisi, anno 2011, finanziando la formazione di competenze per implementare i progetti innovativi delle aziende, col produttivo vincolo di collaborazione con centri di ricerca. L’iniziativa è oggi arrivata alla quarta edizione, per uno stanziamento complessivo di 48 milioni di euro che, finora, ha coinvolto 620 aziende (per il 99% Pmi) con più di 8mila lavoratori, impegnati in materie altamente qualificanti. Piccole e piccolissime aziende hanno avuto l’opportunità di interagire con grandi Atenei e di scoprire nuovi orizzonti di operatività. Lo raccontano alcuni casi del 2015, raccolti da Massimo Mascini nel libro “La chiave della crescita. Storie di innovazione e formazione d’impresa”, dove l’innovazione non è solo digitalizzazione ma portare per la prima volta in un centro sanitario del Sud una terapia all’avanguardia o consentire il riutilizzo di scarti di lavorazione in un’azienda agroalimentare di 13 dipendenti.

“Questi interventi, che permettono la crescita di persone, imprese e livelli occupazionali, sono frutto delle scelte che Fondi come Fondimpresa, grazie anche al raccordo con le parti sociali nei territori e nei settori produttivi, compiono in sintonia con le esigenze dell’economia reale - osserva il Presidente del Fondo, Bruno Scuotto - Oggi alla formazione vengono richiesti impegni molto estesi: agevolare l’ingresso dei giovani al lavoro, mantenere un’occupazione qualificata per i cosiddetti lavoratori maturi, riconvertire le professionalità di chi esce dal mercato. Perciò è fondamentale che i Fondi interprofessionali, praticamente l’unica fonte di finanziamento, siano confermati nella loro piena autonomia gestionale e definitivamente svincolati dalla burocratizzazione che, da un anno e mezzo a questa parte, ne ostacola l’azione senza guadagnare in termini di trasparenza”.

“La formazione è un presupposto fondamentale per affrontare al meglio i processi di digitalizzazione dell’economia – osserva il Presidente Confindustria, Vincenzo Boccia -. Le imprese - grandi, medie e piccole - hanno tutte una grande necessità di sfruttare fino in fondo le innovazioni e le potenzialità offerte dalle nuove misure a sostegno degli investimenti. Serve, dunque, investire con decisione sulla formazione dei  dipendenti perché acquisiscano le abilità necessarie per fronteggiare le nuove sfide tecnologiche. Per raggiungere questo obiettivo Fondimpresa è uno strumento centrale e la grande partecipazione del sistema imprenditoriale ai suoi programmi è la conferma della capacità d'intercettare i bisogni delle aziende nel loro sforzo di recuperare produttività e competitività. I fondi interprofessionali – afferma - sono una grande opportunità per la crescita e la competitività del sistema delle imprese. Occorre guardare alla formazione dei giovani che entrano nelle aziende ma anche alle professionalità delle tante persone che già vi lavorano. 

 Insomma – conclude - la formazione è una formidabile leva di sviluppo e siamo grati a Fondimpresa per il lavoro che svolge”.

 “La formazione deve essere valorizzata sempre più attraverso politiche contrattuali. In quanto l’apprendimento, oltre ad essere un diritto individuale, è fattore di crescita complessiva del lavoro e quindi di uno sviluppo fondato sulla qualità”, è il parere della segretaria confederale Cgil, Tania Scacchetti. “Se, come tutti dichiarano, la formazione è strategica per rilanciare la crescita del Paese, allora i Fondi, che devono potere operare in un quadro regolamentare certo ed omogeneo, sono uno strumento chiave, coerente con i bisogni di lavoratori e imprese e decisivo per affrontare le sfide del lavoro che cambia”.

Gianluigi Petteni, segretario confederale Cisl, è anche più esplicito: “E’ ora che sulla formazione la politica assuma atteggiamenti coerenti. Sento sempre dire che la formazione è importante ma, fino al credito d’imposta, non ho mai visto fare nessun intervento a favore. Anzi – precisa - semmai gli interventi fatti sui Fondi interprofessionali sono stati interventi che rischiano di indebolire un sistema che, contrariamente a quello pubblico, ha dimostrato di funzionare sia sul versante del sostegno alla crescita che su quello della difesa dell’occupazione. E’ tempo di restituire alla formazione quella parte di risorse dello 0,30 che, negli anni della crisi, sono state destinate ad altro”.

“L’impegno di Fondi come Fondimpresa è fondamentale per il futuro dei lavoratori e delle imprese – osserva Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil -. I risultati conseguiti dimostrano che quando le parti sociali si pongono obiettivi condivisi, occupazione e produzione possono migliorare all’unisono. Noi crediamo che la politica della formazione debba diventare una leva strategica per la crescita del nostro Paese. Chiediamo, dunque, al Governo – conclude - di mettere in atto scelte coerenti e collegate con il sistema dei fondi per agevolare il raggiungimento di tale obiettivo: la logica del prelievo forzoso non va certo in questa direzione”.  

Con 182.500 aziende aderenti e oltre 4,5 milioni di lavoratori, Fondimpresa è, da sempre, il più importante tra i Fondi interprofessionali e finanzia, con 300 milioni annui, la formazione dei lavoratori di decine di migliaia di imprese.

 

( 5 dicembre 2017 )

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