Giovedì 25 aprile 2024, ore 7:07

Istat

Giù i ricavi dell’industria: peggior dato dal 2013, si ferma l’auto

Il fatturato dell'industria segna a marzo il peggiore calo tendenziale a partire da agosto 2013, con una riduzione del 3,6% rispetto all'anno precedente nei dati corretti per gli effetti di calendario (-3,7% i dati grezzi). C'è un calo anche rispetto a febbraio dell'1,6% e nella media dei primi tre mesi dell'anno dell'1,1%. Risultano in contrazione sul mese anche gli ordinativi (-3,3%), che invece, rispetto all'anno precedente, crescono dello 0,1%.

"Siamo sempre in un'oscillazione minimale ma è evidente che abbiamo un problema nel paese, grande e serio che è quello di come rilanciare la produzione industriale, come rilanciare la competitività delle nostre imprese e del nostro sistema paese in generale", ha detto la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, commentando il dato di marzo sulla produzione industriale diffuso dall'Istat. "Il tema della crescita e dello sviluppo - ha osservato a margine della sigla di un'intesa con la Luiss - è la vera questione che abbiamo davanti e per affrontarla, bisogna puntare a sciogliere i nodi strutturali che il paese ha ancora. E' necessario investire sulle infrastrutture, sull'innovazione, sulla ricerca e cioe' promuovere la capacità industriale nel nostro paese. Qualcuno immaginava che bastassero regole diverse per il mercato del lavoro per creare crescita e occupazione, non è così".
Parlando dell'incontro di ieri con il governo, la sindacalista ha spiegato che "tra i vari temi che abbiamo individuato insieme all'esecutivo c'e proprio il tema della crescita e dello sviluppo che e' quello principale. Il fatto che per la prima volta il governo voglia discutere questo tema così rilevante con le parti sociali e in modo particolare con Cgil, Cisl e Uil penso sia una notizia positiva. Nessuno esce da solo dalla crisi. Dobbiamo - ha concluso - tutti insieme individuare le priorita' e ognuno fare responsabilmente la propria parte".

L'andamento del fatturato è peggiore per il mercato interno (in contrazione del 2,6% sul mese e del 4,4% sull'anno) che per quello estero, che vede un lieve incremento sul mese (+0,1% e un calo del 2,2% sull'anno). L'Istat sottolinea che il contributo più ampio alla flessione tendenziale del fatturato viene dalla componente interna dell'energia. Invece gli incremento più rilevante si registrano nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,5%).

“La frenata del fatturato dell' industria registrata a marzo è una brutta notizia ma non cambia il segno positivo, seppure ancora troppo modesto, di una fase di ripresa delle attività industriali e manifatturiere del nostro paese”, ha commentato il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina. “Semmai rendono ancora più evidente che affidarsi alle ‘virtù’ del solo mercato ed a bonus ed incentivi instabili e dati in modo indiscriminato senza alcun legame con la crescita dell’ occupazione ed a concreti progetti di riqualificazione del nostro sistema industriale, non è sufficiente a dare forza alla fase di ripresa ed a sostenere l’occupazione. Occorre una strutturale e permanente detassazione del lavoro per ridare fiato e competitività all’ industria ed ai consumi e progetti di investimento che affrontino le criticità competitive del nostro sistema industriale e sostengano le tecnologie, le filiere di eccellenza e l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Sono gli investimenti e le concrete prospettive di nuovo lavoro che essi possono generare a ridare fiducia alla prospettiva economica ed alla spinta decisiva ai consumi ed alla crescita”.

Al contrario, ad aprile le esportazioni verso i paesi extra europei sono in crescita del 3,9% rispetto a marzo mentre calano del 3,6% rispetto al 2015 continuando la serie di flessioni tendenziali iniziata a gennaio. L'Istat sottolinea come "il surplus commerciale (+3.603 milioni) ampiamente superiore a quello dello stesso mese del 2015 (+2.414 milioni)". Sul lato delle importazioni dall'area extra Ue, c'è un aumento del 4,7% sul mese e una contrazione del 13% nell'anno (il calo maggiore a partire da agosto 2014) determinata dall'energia (-39,1%).

La crescita congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue è estesa a tutti i raggruppamenti principali di beni, a esclusione dell'energia (-6,0%) e in particolare le vendite di beni di consumo (+6,6%) e di prodotti intermedi (+5,6%) registrano una crescita sostenuta. Dal lato dell'import, l'incremento congiunturale interessa tutti i comparti, soprattutto gli acquisti di beni strumentali(+18,9%) sono in "rilevante espansione".

( 25 maggio 2016 )

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