L’inflazione stenta a tornare a crescere. A febbraio una nuova gelata, con i prezzi fermi su base mensile e un più 0,5% su base annua (da +0,9% di gennaio). La stima preliminare era +0,6%. La frenata dell'inflazione, spiega l'Istat, si deve prevalentemente all'inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati (-3,2% da +0,4% di gennaio), a cui si aggiunge il rallentamento della crescita dei prezzi sia degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) sia dei beni energetici regolamentati (+5,3% da +6,4%).
Il rallentamento non riguarda la dinamica dell’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che si è attestata a +0,6% come gennaio. Invece, l'inflazione al netto dei soli beni energetici si è ridotta di quattro decimi di punto percentuale (+0,2% da +0,6% del mese precedente).
La variazione nulla registrata su base mensile dall'indice generale deriva da una dinamica opposta e simmetrica dei prezzi dei beni che scendono (-0,4%) e dei servizi che salgono (+0,4%). La flessione dei primi è dovuta prevalentemente ai beni alimentari (-0,7%), la crescita dei secondi ai servizi relativi ai trasporti (+1,6%).
Su base annua la crescita dei prezzi dei beni è scesa, dunque, a +0,3% (+1,3% a gennaio) mentre ha accelerato, seppur di poco, quella dei servizi (+0,8% da +0,6%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni è tornato, quindi, positivo dopo cinque mesi: +0,5% (era -0,7% a gennaio). L'inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,4% per l'indice generale e nulla per la componente di fondo.
Diminuiscono anche i i prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona: meno 0,7% su base mensile e meno 0,6% su base annua (da +1,2% di gennaio). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto sono calati dello 0,3% in termini congiunturali e aumentati dello 0,3% in termini tendenziali. Anche qui c’è un’ attenuazione risperro al più 1,3% del mese precedente.
Ma a fermare l'inflazione è sostanzialmente il crollo dei prezzi delle verdure, con i vegetali freschi che hanno registrato una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno, nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l'arrivo del freddo, del gelo e della neve con Burian. A pagare il conti del maltempo sono per ora solo gli agricoltori con la devastante gelata siberiana che ha distrutto gli ortaggi in campo e provocato perdite consistenti nelle piante da frutto e ulivi con danni che potrebbero raggiungere i 300 milioni di euro su decine di migliaia di imprese agricole.