La Camera conferma la fiducia al governo sul decreto sulle banche venete con 318 voti a favore, 178 contrari ed un astenuto. Lo stesso governo aveva posto la questione di fiducia nell'Aula della Camera sul dl banche venete, con l'annuncio all'Assemblea di Montecitorio del ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro.
La fiducia è stata posta sul testo licenziato dalla commissione Finanze, che contiene come una modifica il decreto che sospende il rimborso di un bond di Veneto Banca, confluito nel provvedimento sul salvataggio. Non c'è stato spazio, nonostante il pressing parlamentare in particolare dell'area del Pd vicina a Michele Emiliano, per approvare altre modifiche. Salta così l'intera proposta che era stata avanzata dal relatore, Giovanni Sanga (Pd), che prevedeva una stretta sulla responsabilità dei manager e un ampliamento della platea dei risparmiatori delle due venete che possono accedere al rimborso forfettario delle obbligazioni subordinate.
Non c'è stato spazio, nonostante il pressing parlamentare in particolare dell’area del Pd vicina a Michele Emiliano, per approvare altre modifiche. Salta così l’intera proposta che era stata avanzata dal relatore, Giovanni Sanga (Pd), che prevedeva una stretta sulla responsabilità dei manager e un ampliamento della platea dei risparmiatori delle due venete che possono accedere al rimborso forfettario delle obbligazioni subordinate.
La soluzione trovata per il salvataggio delle banche venete ha continuato ad alimentare il dibattito europeo, tanto da portare ieri l’Eurogruppo a dedicarle una sessione ad hoc. Nella quale i ministri hanno, da un lato, plaudito al rispetto delle regole europee, dall’altro hanno però avviato una riflessione sugli aiuti di Stato, perché il regime attuale non diventi un incentivo che gli Stati possono dare ai privati per comprare le banche in dissesto ed aggirare le risoluzioni europee. Le regole attuali sugli aiuti di Stato hanno infatti permesso che venissero dati aiuti a Banca Intesa per acquistare quel che restava delle due venete, una mossa criticata da molti in Europa, perché potenzialmente in conflitto con quelle della direttiva Brrd, che ha dato vita al bail in. Per questo l’Eurogruppo ha avviato una riflessione sulla possibilità di aggiornarle. La decisione sulle banche venete «ha messo fine all'incertezza che pesa sul settore bancario e sull’economia italiani, ed è una buona notizia», ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, convinto che sia «positivo» anche il fatto che con questa operazione l’Italia si sia liberata di una larga parte dei crediti deteriorati.