Martedì 23 aprile 2024, ore 13:26

Economia 

La ripresa dipende (anche) dai vaccini 

Il debito più alto degli ultimi 100 anni. E un deficit a doppia cifra che non si è visto nemmeno durante le crisi del 2008 e del 2011. Ma il Governo è intenzionato a utilizzare tutti gli spazi di manovra per contrastare l’emergenza Covid ed è pronto, con una nuova iniezione da 40 miliardi, a dare ossigeno alle imprese con più della metà delle risorse e a sperimentare nuove strade per aiutare i giovani, tra i più colpiti dalla crisi, iniziando da uno sconto fiscale sui mutui per la prima casa. Dopo un inedito Consiglio dei ministri in due giorni, non privo di qualche tensione, il governo Draghi ha dato il via libera al suo primo Documento di Economia e Finanza accompagnato dalla maxi-richiesta di deficit: i 40 miliardi serviranno a finanziare il nuovo decreto tutto orientato a imprese e partite Iva, dopo i sostegni anche di famiglie e lavoratori dipendenti.
Il faro del Governo è la crescita, ha detto il premier ai suoi ministri, confermando l’intenzione di mantenere una visione espansiva per le imprese e per l’economia.
E visto che è ancora il momento di dare i soldi, non di chiederli, il premier e il ministro dell’Economia Franco hanno proposto un quadro macroeconomico che, inevitabilmente, risente ancora dell’impatto negativo della pandemia ma che punta ad agganciare ritmi di crescita ”mai sperimentati nell’ultimo decennio”. Nel 2021 la stima del Pil passa dal 6% a un più contenuto 4,5%, contando sul progressivo allentamento delle misure, compreso il distanziamento a partire dall’estate. Le previsioni però quasi si dimezzano, a +2,7%, se i vaccini dovessero rivelarsi inefficaci contro le varianti. A spingere il Pil oltre il 4,1% tendenziale quest’anno sarà sia il doppio scostamento, con il prossimo decreto che vale un +0,6% di qui alla seconda metà del 2022, sia l’avvio del Recovery plan, escluse le riforme. Per quella dell’Irpef, peraltro, si profila qualche ritardo sulla tabella di marcia, visto che si indica la seconda metà dell’anno per la sua definizione. Lo sforzo espansivo, però, farà volare il deficit dal 9,5% all’11,8% mentre il debito sfiorerà il 160% (159,8%), record dal primo dopoguerra. Anche la disoccupazione salirà di tre decimali nel 2021, al 9,6%, per poi ripiegare a partire dal prossimo anno. Nonostante l’allentamento delle regole Ue, che in prospettiva devono essere riviste, la riduzione del debito, assicura Franco resta la bussola del Governo e l’indebitamento tornerà sotto il 3% a partire dal 2025. A spingere l'economia nei prossimi anni sarà soprattutto il Piano di ripresa e resilienza, uno ”shock positivo senza precedenti nella storia recente”, dice ancora il ministro dell’Economia. Le risorse complessivamente a disposizione salgono a 237 miliardi tra Rrf, ReactEu e il nuovo Fondo complementare decennale e finanziato in deficit (ogni anno circa 6 miliardi) per un totale di circa 30 miliardi, che raccoglierà i progetti validi ma esclusi dal Recovery. Ma il nuovo scostamento, che le Camere approveranno la prossima settimana, servirà per più di metà, quindi per oltre 20 miliardi, per i sostegni a partite Iva e imprese per i quali, scrive ancora Franco, sarà privilegiata la celerità.

( 16 aprile 2021 )

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