Venerdì 19 aprile 2024, ore 18:42

Economia 

Manovra, confronto urgente 

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, per la manovra è l’ora della trattativa. Sul fisco, sul superbonus, ma soprattutto sulle pensioni.
I sindacati chiedono un confronto serio prima della manovra. E di riversare tutti gli 8 miliardi del taglio delle tasse sulle buste paga dei lavoratori. Confindustria va all'attacco del reddito di cittadinanza - “soldi sprecati se non sarà riformato” - e chiede di ridurre i contributi.
Le forze politiche studiano le tabelle per capire i margini disponibili, considerando però che nello schema inviato a Bruxelles le risorse sono già tutte impegnate. Sul tavolo, ferme restando le risorse che non si sposteranno dal miliardo e mezzo totale scritto nel Dpb, rispunta una delle ipotesi tecniche della prima ora, quella di una transizione in 3 anni - più lunga di quella proposta dal Mef all'ultima cabina di regia - che ammorbidirebbe l'uscita da Quota 100 passando per Quota 102 nel 2022, Quota 103 nel 2023 e Quota 104 nel 2024. Ma il sistema delle quote non piace a tutti e penalizza le donne come ricorda per Leu la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra. Né tiene conto dei lavori gravosi o usuranti per i quali potrebbe però esserci una proroga con ampliamento di platea dell'Ape social, che potrebbe pescare parte dei fondi dalla dote per gli ammortizzatori sociali, visto che è uno strumento utilizzabile anche dai disoccupati.
I sindacati chiedono una vera e propria riforma della Fornero.
Osserva il segretario generale della Cisl Sbarra: ”Sulla riforma pensionistica vediamo circolare notizie che in parte ci sembrano anche un po’ offensive per i lavoratori e rispetto ai contenuti di una piattaforma e di un documento che abbiamo consegnato al ministro del Lavoro con cui abbiamo avviato un primo confronto”. Per Sbarra ”bisogna creare le condizioni di flessibilità in uscita a partire da 62 anni, 41 anni di contributi bastano a prescindere dall’età per godersi il sacrosanto diritto alla pensione”. Il numero uno della Cisl ribadisce la necessità di ”negoziare un allargamento dell'Ape sociale portando platee e bacini di lavoratori e lavoratrici che svolgono un lavoro pesante, usurante e rischioso. Dobbiamo costruire le condizioni per una pensione di garanzia per i giovani, prorogare opzione donna, incentivare l'adesione alla previdenza complementare soprattutto per i giovani. Poi c’è il tema degli anziani, di come assicuriamo una piena valutazione delle pensioni, di come si allarga il perimetro della 14esima mensilità e di come si finanzia una legge quadro sulla non autosufficienza”.
Cgil Cisl e Uil aspettano una convocazione da parte del Governo per parlare anche di riforma fiscale, di risorse per rinnovare i contratti e adeguato finanziamento della riforma degli ammortizzatori sociali.
Anche sulla nuova Cig, infatti, la partita non è ancora chiusa. Ai sindacati le ipotesi circolate finora, che escluderebbero le imprese più piccole fino a 5 dipendenti, non bastano, perché non coprirebbero tutti i lavoratori. Ma lo schema è in continua evoluzione e, nelle ultime versioni, comprenderebbe anche i piccolissimi, anche se si starebbe ancora trattando su quanto fare pagare alle diverse tipologie di imprese. Il segretario generale della Uil Bombardieri propone il metodo "più usi la Cig più paghi e meno la utilizzi meno paghi”. Ma il dossier potrebbe rimanere aperto anche dopo il varo della manovra, perché i dettagli potrebbero essere demandati a successivi provvedimenti attuativi.
Lo stesso vale anche per il fisco: il Dpb indica anche in questo caso la possibilità di indicare in un secondo momento le norme, limitandosi a finanziare l'apposito fondo nell'articolato. Ma l'intento di maggioranza e Governo sarebbe quello di cercare un'intesa per far scattare subito il taglio delle tasse, dall'entrata in vigore della legge di Bilancio il primo gennaio. Sulla ricetta, però, ancora non ci sarebbero idee precise, come ammette lo stesso ministro dell’Economia Franco. ”Le modalità di attuazione di questo taglio al prelievo verranno definite nei prossimi giorni e settimane. E' importante che il governo e il Parlamento lavorino insieme", sottolinea il titolare di via XX settembre mentre si moltiplicano i suggerimenti.
Cgil, Cisl e Uil chiedono un intervento deciso su lavoratori e pensionati. Incrementare i loro redditi lordi e netti ”è un’esigenza non più rinviabile per rispondere anche al progressivo impoverimento di salari e pensioni. Tutte le risorse previste per le misure fiscali in legge di Bilancio dovranno essere finalizzate a questo obiettivo, privilegiando le fasce di reddito basse e medio-basse”: così la vicesegretaria generale della Cgil Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Romani e Proietti, che chiedono di rafforzare anche il contrasto all'evasione fiscale.
Il presidente di Confindustria Bonomi sollecita da parte sua un’azione sul costo del lavoro tagliando i contributi ai dipendenti e possibilmente dei contributi delle imprese . Il Governo sembra più orientato a una sforbiciata dell'Irpef, anche se il meccanismo è tutto da decidere. Ma potrebbe dare il via libera anche a un taglio dei contributi a carico dei datori di lavoro (imprese ma anche famiglie) che finanziano gli attuali assegni familiari, visto che da gennaio debutterà l'assegno unico per tutti.
Giampiero Guadagni

( 22 ottobre 2021 )

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