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Camera

Manovra, Governo taglia le slot machine. Addio agli studi di settore

Addio agli studi di settore e taglio di oltre un terzo delle slot machine entro i primi mesi 2018, in anticipo di un anno rispetto al previsto. Sono alcune delle novità della manovra-bis emerse nel corso dell’esame parlamentare della Commissione Bilancio della Camera, sede in cui restano però ancora irrisolte alcune questioni non di poco conto. Dal nodo tutto politico dei voucher a quelli, invece finanziari, delle risorse da destinare alle Province, che tutti vogliono aumentare senza riuscire tuttavia a reperire le coperture, e dello stop alle monetine da 1 e 2 centesimi, il cui ritiro dalla circolazione potrebbe avere un costo inatteso. Per dare un segnale «di coerenza» a Parlamento e Conferenza unificata, il governo ha intanto deciso di intervenire direttamente sul decreto con un emendamento ad hoc per la ristrutturazione dell’offerta dei giochi.

Entro la metà del prossimo anno, e non più con scadenza 2019, sarà quindi raggiunto l’obiettivo di far scendere del 34% il numero di slot machine in circolazione, oggi oltre 378 mila. Il percorso sarà in due tappe: entro la fine di quest’anno ci sarà un taglio del 15% a non più di 345 mila, mentre con il termine del 30 aprile 2018 le macchinette diminuiranno di un ulteriore 19% a 265 mila, raggiungendo l’obiettivo di un calo complessivo del 34%. Ad accelerare è anche l’addio agli studi di settore, previsto nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio. L’avvio dei sostituti, gli indici di affidabilità fiscale, era stato inserito in un ddl di iniziativa parlamentare che confluisce ora nella manovrina. Dall’anno di imposta 2017, quindi dal 2018, varranno i nuovi indicatori «tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale» e in grado di esprimere su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente. Più alto sarà il valore, meno probabili saranno i controlli. Sul piano fiscale, arriva anche un alleggerimento delle sanzioni per in caso di incompletezza dei versamenti dovuti per l’emersione di capitali con la voluntary disclosure bis. Mentre, nonostante la bocciatura degli emendamenti in materia, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, non chiude all’ipotesi di una seconda ondata di rottamazione delle cartelle. "Non voglio dire mai - ha sottolineato di fronte alla richieste fondate arrivate da molti gruppi - ma non ora che si rischia il blocco delle procedure".. Se insomma l’amministrazione dimostrerà di essere pienamente in grado di gestire l’enorme mole di lavoro legata all’operazione, il governo potrebbe valutare l’ipotesi di bissare. Le critiche arrivano infine dal M5S che, portando alla ribalta un emendamento a firma Pagano che estende le detrazioni per i finanziamenti pubblici ai partiti, denuncia "l’ennesimo regalo alla casta"..

E ieri via libera bipartisan della Commissione Bilancio della Camera alla web tax transitoria, proposta dall’emendamento Boccia alla manovra-bis, sottoscritto tra gli altri da Ap, FdI, Sinistra Italiana, Mdp, FI, Cor, Possibile. Laddove si configuri l’ipotesi di “stabile organizzazione”, le imprese online con oltre 1 miliardo di ricavi potranno raggiungere accordi preventivi con l'Agenzia delle Entrate avvalendosi di una sorta di cooperazione “rafforzata”. Astenuti i 5 Stelle e Scelta Civica. «Con questo emendamento, chi vuole - ha affermato Boccia nel corso della seduta in Commisisone - può dichiararsi stabile organizzazione presente nel territorio italiano e pagare le tasse in Italia»

Gli incassi della web tax saranno destinati al Fondo per la non autosufficienza e alla riduzione delle tasse. Le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni, si legge nel testo, sono destinate al Fondo per la non autosufficienza e al Fondo per le politiche sociali “per un ammontare non inferiore a 100 milioni di euro annui” e per la restante parte al Fondo per la riduzione della pressione fiscale nato con la legge di stabilità del 2014.

L'obiettivo della misura è quello di introdurre nel sistema tributario italiano un istituto di comunicazione e cooperazione "rafforzata" rivolto alle imprese non residenti che appartengono gruppi multinazionali. Le imprese "che ravvisino il rischio che l'attività esercitata nel territorio dello Stato costituisca una stabile organizzazione possono chiedere all'Agenzia delle entrate una valutazione della sussistenza dei requisiti che configurano la stabile organizzazione stessa, mediante presentazione di apposita istanza finalizzata all'accesso al regime dell'adempimento collaborativo" previsto dalla delega fiscale. La norma prevede quindi che "qualora in sede di interlocuzione con l'Agenzia delle entrate sia constatata la sussistenza di una stabile organizzazione nel territorio dello Stato, per i periodi d'imposta per i quali sono scaduti i termini di presentazione delle dichiarazioni, il competente ufficio dell'Agenzia delle entrate invia al contribuente un invito al fine di definire, in contraddittorio con il contribuente, i debiti tributari della stabile organizzazione". Usufruendo dell'accertamento con adesione, l'impresa potrà vedersi ridurre della metà le sanzioni amministrative. Alla società che abbia definito, per il passato, i debiti tributari della stabile organizzazione è offerta inoltre la possibilità, per gli anni successivi, di accedere al regime dell'adempimento collaborativo.

Ok della commissione Bilancio della Camera anche all’accelerazione dei rimborsi Iva per attenuare gli effetti dello split payment sulla liquidità delle imprese. Un emendamento bipartisan (Marchi, Giorgetti, Palese, Matarrese), riformulato, prevede l'eliminazione di alcuni passaggi intermedi per i rimborsi in conto fiscale, in modo da ridurre da 90 a circa 65 giorni i tempi per ottenere l'accredito. La nuova procedura semplificata sarà operativa da gennaio 2018.

( 24 maggio 2017 )

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