Giovedì 25 aprile 2024, ore 14:41

Conti pubblici

Manovra, trattativa del Governo con Bruxelles per il deficit al 2%

Bisogna fare presto. Sembra diventato questo ora l’appello che arriva in contemporanea da Bruxelles e da Torino: E' un messaggio inequivocabile che unisce la Commissione europea e gli imprenditori italiani, è una sorta di girotondo attorno a Palazzo Chigi con cui si chiede al governo di compiere l’ultimo passo per cambiare la manovra, è la richiesta di velocizzare una svolta che metta ordine nei conti pubblici dopo l’epopea dei decimali. Fare presto è oltremodo necessario, anche per mitigare il mondo finanziario internazionale che- riferiscono fonti istituzionali accreditate - negli ultimi tempi ha lanciato segnali molto meno indulgenti rispetto a quelli del mondo politico europeo: le banche d’affari sono sul piede di guerra. Ed è evidente come l’esecutivo sia predisposto ormai alla mediazione, è dalla scorsa settimana che i toni velleitari hanno lasciato spazio al realismo, da quando è stato dato l’ok all’istituzione di una task force tra gli uomini di via XX Settembre e la struttura della Commissione.

Un dato è certo: “E’ importante che oggi il Presidente della Repubblica Mattarella abbia ribadito che la Costituzione affianca alle istituzioni rappresentative i corpi intermedi che nella loro autonomia dalla politica sono essenziali per garantire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”, ha  sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“Il dialogo tra le istituzioni e le parti sociali è oggi tanto più necessario quando sono in discussione provvedimenti che riguardano la vita ed il futuro di milioni di lavoratori, pensionati, imprese e famiglie”, ha aggiunto Annamaria Furlan. “Ha ragione il Presidente Mattarella a sottolineare che è fondamentale il rapporto tra istituzioni e società per sanare e ricomporre le fratture sociali, ricercando le giuste convergenze sugli obiettivi e sugli strumenti per favorire la crescita economica del paese, attraverso maggiori investimenti pubblici materiali ed immateriali, sbloccando i cantieri delle tante opere pubbliche già finanziate e modificando, anche con il confronto con gli altri Governi, le politiche di rigore a livello europeo. A questa esigenza di confronto la Cisl non si è mai sottratta e non si sottrarrà nei prossimi giorni, forte del suo radicamento nei posti di lavoro e tra i pensionati, come hanno confermato le migliaia di assemblee che abbiano fatto in queste settimane sulla manovra nelle aziende e nei territori”.

La trattativa, ora, è soprattutto interna al governo. Mentre è appena finito l'Ecofin. Perchè per siglare un’intesa con l’Unione europea ed evitare una procedura d’infrazione dalle conseguenze pesantissime, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini devono dare il via libera ad una messa a punto di "quota 100" e reddito di cittadinanza che permetta di abbassare il deficit fino al 2%. Il mandato a Giuseppe Conte a trattare con Pierre Moscovici e Jean Claude Juncker è forte ma ancora condizionato a evitare rinunce. I leader di M5s e Lega, che hanno firmato nota congiunta di fiducia alla trattativa del premier, si sarebbero convinti a cedere e abbassare il deficit ma non quanto serve: ci sarebbe al momento l’ok a tagliare lo 0,2% ma non lo 0,4%. Procedono così a rilento, tra continui litigi e rinvii, anche i lavori parlamentari sulla manovra.

Alla fine di una lunga nottata di trattative, governo e relatori consegnano alla Camera un pacchetto di 54 nuovi emendamenti. Avrebbero dovuto essere, secondo alcune fonti, almeno il doppio, ma soldi ce ne sono pochi: inserire - su pressione della Lega - il raddoppio dal 20% al 40% delle detrazioni Imu sui capannoni, misura che occupa ben 290 milioni dei 430 del fondo per l’attuazione del programma, comporta una tagliola del resto.

E, nell’infinito braccio di ferro tra M5s e Lega, non solo i voti in commissione  - prima dell’approdo in Aula della manovra -  sono al palo, ma slittano misure come quelle per la famiglia o il taglio delle pensioni d’oro caro al M5s: da Plazzo Chigi assicurano che ci sarà ma i leghisti vorrebbero inserirlo al Senato con "quota 100", lasciando a un decreto successivo il reddito di cittadinanza. Proprio le pensioni finiscono nel mirino di Bruxelles, per il rischio che "quota 100" comporterebbe sulla tenuta dei conti della previdenza. Ma se Salvini avverte di voler "smontare la Fornero pezzo per pezzo", i leghisti hanno già scritto la norma in modo che sia transitoria, valida - intanto - per tre anni. Il problema per il 2019 è però che fare partire quota 100 e reddito di cittadinanza ad aprile, come vogliono Salvini e Di Maio, costa troppo. Perciò - spiegano fonti qualificate di governo - in queste ore entrambi i provvedimenti sono all’esame della Ragioneria e del Mef per essere "razionalizzati e affinati": due le soluzioni, o si fanno partire a giugno o si rimodula la platea. Il premier Conte, che ha continui contatti con i vicepremier, dovrebbe vederli a breve, mentre Giovanni Tria è impegnato con una nuova prova di fuoco all’Eurogruppo, per illustrare loro il piano che ha elaborato per cambiare la manovra convincendo l’Ue. E ha già ottenuto da Di Maio e Salvini un mandato a continuare a trattare.

Ma come? "La strategia del Governo italiano non sembra funzionare ed è importante che la cambi": ha già detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, sottolineando come sia "pensata per essere uno stimolo e facilitare la crescita, invece questa non si sta materializzando mentre c’è un aumento considerevole dei rendimenti che comincia a pesare sull’economia reale".

La trattativa con Bruxelles, che vede impegnate ai più alti livelli le istituzioni italiane ed europee, è pienamente aperta. I leader di M5s e Lega tentano fino all’ultimo di cedere il meno possibile. Ma, spiegano dal governo, neanche il deficit al 2,1% sembra bastare all’Europa: si deve arrivare al 2%. E una leva in tal senso possono essere le preoccupazioni delle imprese e dei territori. Che è sempre più forte, tanto che Salvini scrive ai giornali lombardi per rassicurare il suo elettorato: nella manovra - è il senso - c’è attenzione ai territori, i timori sono ascoltati.

( 4 dicembre 2018 )

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